Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/10/2016 Qui - Il luogo delle ombre (Odd Thomas) è un atipico e alquanto inusuale thriller horror del 2013 diretto da Stephen Sommers (La mummia 1 e 2, Van Helsing), adattamento cinematografico de Il luogo delle ombre di Dean R. Koontz, primo romanzo della serie Odd Thomas. Il protagonista, un ragazzo di venti anni che conduce la propria esistenza nella città desertica di Pico Mundo, in California, è interpretato dal compianto Anton Yelchin (qui davvero bravo) prematuramente scomparso poco tempo fa. Lui però che sembrerebbe un ragazzo come tanti altri, ha un dono speciale, può percepire la presenza dei defunti con qualcosa di sospeso e non solo. I defunti infatti con i quali però non può parlare ma, nel caso siano deceduti per morte violenta, può cercare di risalire ai colpevoli, gli appaiono per aiutarlo a risolvere i crimini di cui sono stati vittime ed aiutarlo per prevenire future carneficine. Un giorno però nella tavola calda dove lavora, appare un misterioso uomo, che Odd soprannomina "Fungus Man" (a causa della sua carnagione che ricorda la muffa e del suo bizzarro taglio di capelli), seguito da un grande sciame di Bodachs, creature oscure che appaiono solamente durante i periodi antecedenti a morti e carneficine (una variante del goblin o del bogeyman). E grazie al suo dono soprannaturale, Odd intuisce che il misterioso uomo è collegato da un'imminente catastrofe che sta per abbattersi sulla città, ma Odd avrà solo 24 ore di tempo per sventarla. In questa sua missione sarà aiutato dalla sua giovanissima e bellissima fidanzata Stormy (la meravigliosa Addison Timlin) di cui è follemente innamorato a cui è legata dal destino. I due credono negli ideali idealissimi, e Odd, accompagnato da una figura paterna sostitutiva quale è il capo della polizia locale (interpretato da un William Dafoe comunque sempre bravo anche se un po' alleggerito dalle sue parti solitamente drammatiche), ha tutte le carte in regola per essere il poliziotto giustiziere paranormale della cittadina, che deve difendere dal male imminente e ovviamente ci riuscirà, non senza danni collaterali.
Il luogo delle ombre è un prodotto americano accettabile, il film infatti mi è piaciuto. Non solo per l'interpretazione del confine labile tra vita e morte, ma anche per la trama che tiene bene un certo ritmo. Non ho visto difatti vere incoerenze di fondo, probabilmente ce ne sono numerose in altri film con ottime valutazioni, ma in questo si possono reggere. Il film però che in ogni caso mi è parso 'strano' fin dall'inizio perché soffre troppo di una vena commediante, sembra soltanto una commedia, rovinando in parte la trama, questo perché il film attraversa bruscamente diversi generi, dal comico all'horror fino al fantasy con qualche sprizzata di giallo, ma gli equilibri non sono ben dosati e lisci, semmai abbastanza didattici e meccanici, come se mancasse quel po' di rodaggio per far decollare il film. Non mancano ovviamente le sorprese, anche improvvise, soprattutto nel finale (che mi ha lacerato il cuore), ma non lasciano un grandissimo effetto, tutto scorre via in un deserto di sopravvivenza, contro i nemici di turno, per meritarsi l'Aldilà. Ci sarebbe molto da dire su questo punto, molto ideologico e moralistico, ma bisognerebbe aprire porte che vanno al di là del film. Mi limito a dire che è il solito ritornello, giustizia infinita, un po' troppo forzato. C'è da dire però che il regista è un professionista esperto in effetti speciali e anche in questo caso dimostra una particolare attenzione in materia offrendo ai temibili Bodach (davvero fatti bene e pure spaventosi) molteplici possibilità di apparizione. Per il resto però la sceneggiatura, per quanto basata su un romanzo di Dean Koontz, non risulta particolarmente originale se non per i colpi di scena che animano la parte finale, perché al centro ci sono un nerd che non è tale in quanto dotato di sensibilità extrasensoriali. Molto infatti viene lasciato in disparte senza spiegazione, poiché di carne al fuoco ce n'era eccome, ma mentre Koontz riusciva a districarsi agevolmente tra mood variegati e plumbee tematiche mortifere (sagaci le incursioni di black humour, su pellicola invero assenti), dando un senso pregnante a termini abusati quali weird o creepy, il regista de Il luogo delle ombre non se la cava altrettanto bene. Sembra perdersi a livello visuale tra luoghi spettrali, antri di decadenza e disfacimento, trattandoli con un'estetica eccessivamente commerciale. Il film risulta, così, slegato, e la premura del regista di inserire più elementi possibili del novel, lo fa risultare addirittura pretenzioso. Peccato perché ci sono serie televisive che, in materia, trovano sin dal pilot una più ampia articolazione narrativa di questo. È proprio l'equilibrio tra commedia (il fatto che il protagonista fedelissimo alla sua Stormy sia attraente per altre interessanti fanciulle) e horror (non mancano momenti efficaci su questo versante) che risulta un po' fragile indebolendo così l'esito complessivo. In ogni caso è un film interessante, fresco e originale a suo modo, da vedere ma senza grosse aspettative. Lo consiglio soprattutto per chi ama questo genere di film. A tratti mi ha ricordato Constantine (personaggio accattivante), ma questo appare molto più credibile. Voto: 6+
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