giovedì 24 gennaio 2019

Tre cuori (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/09/2016 Qui - Tre cuori (3 cœurs) è una pellicola che parla di un destino avverso e capriccioso come il cuore malato del protagonista, un cuore che anche dal punto di vista organico fa i capricci e che si diverte a complicare la vicenda, a giocare con i suoi personaggi. Perché il film, del 2014 diretto da Benoît Jacquot, racconta la storia di Marc (Benoît Poelvoorde), un ispettore delle imposte che una sera, dopo aver perso il treno per Parigi, incontra per le strade di una cittadina di provincia Sylvie (Charlotte Gainsbourg). Dopo aver fatto conoscenza i due si danno appuntamento a Parigi ma perde l'amata (e l'incontro) per una questione, diciamo così, "di cuore". Per caso, poco dopo, ne incontra un'altra, Sophie (Chiara Mastroianni), che lo attrae. La frequenta, la sposa, ma scopre anche che Sophie è la sorella di Sylvie. Che fare? Niente, ormai non si possono fermare gli eventi già in movimento ma sarà al quarantesimo compleanno di Sylvie (e il sessantesimo della madre Catherine Devenue) che qualcosa succederà, poiché in questa occasione i cuori di Sylvie di Marc che sembrano essere tornati a battere all'unisono, forse perché sembrano infelici e preoccupati entrambi, ma non quello che ci si aspetterebbe, poiché il cerchio si chiuderà in modo prevedibile ed inaspettato insieme. Tre cuori è perciò un film delicato ed emozionante anche se purtroppo il film non è completamente riuscito.
Poiché sebbene il lavoro di Jacquot ci conduca a riflessioni alla 'Sliding Doors', nelle quali ci si può perdere mentre la mente rimbalza tra una quello che è stato e quello che sarebbe potuto essere, a smorzare tale fascino è la voce narrante che sente l'esigenza di spiegare, ed un inquietante e inopportuno sottofondo da horror (neanche da thriller) che incalza e stride. L'idea è quindi bella, il regista è bravo ma il film procede a strappi e nel finale cade nel più scontato dei melodrammi, oltre a suggerire anche una verità alternativa (un epilogo che avrebbe potuto suscitare anche grandi e forti emozioni che invece procura fastidio), che volutamente non si capisce se è sogno o vera linea narrativa e l'atmosfera che dovrebbe coinvolgere lo spettatore qualche volta diventa nebbia più che mistero. Insomma, alla fine l'avventura del cuore malato si risolve in una radiografia che mostra zone sane e zone malate, vale a dire film non disprezzabile, con un'ottima recitazione, ma non del tutto riuscito. Una pellicola quindi irta di fatalità e di dispetti vari dove prevalgono emozioni e i sentimenti ma che non aggiunge nulla di nuovo, film simili dal pathos sentimentale che si fa gioco del destino ne è piena la storia del cinema, però devo ammettere che è recitato benissimo che è assai credibile, nonostante nessuno dei protagonisti sembra al posto giusto. Il regista in ogni caso scava bene nei caratteri dei personaggi e li delinea con grande semplicità, nonostante siano tutti estremi in certe loro incapacità di osare e comunicare e per questo facili preda del caso o del destino. Comunque interessanti le interpretazioni di Charlotte Gainsbourg (però sempre con le solite mosse e smorfie come in Samba) e Benoit Poelvoorde, finora più visto in ruoli comici (tra cui l'irriverente Dio esiste e vive a Bruxelles), che sorprendono anche se lasciano il tempo che trova, poiché il film nonostante le buone intenzioni è lento, apatico, insipido anche se si lascia vedere nonostante duri effettivamente troppo. Voto: 6-