Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/07/2016 Qui - I protagonisti di Torno indietro e cambio vita, commedia del 2015, sono una coppia di coniugi, interpretati da Raoul Bova e Giulia Michelini, i quali stanno attraversando un periodo di profonda crisi e pertanto la moglie ha deciso di lasciare il marito per un altro uomo. Non essendo quest'ultimo dello stesso parere in quanto ancora molto innamorato della consorte, al fine di non volere mai più soffrire in futuro così tanto per un tale tipo di abbandono, desidererebbe ardentemente tornare indietro nel tempo e riuscire così di evitare di conoscere e mettersi insieme a quella che sarebbe poi diventata la propria futura moglie. In seguito ad un incidente stradale e ad una sorta di "incantesimo" il desiderio si avvera ed il protagonista, insieme al suo carissimo amico (Ricky Memphis), riesce a ritornare indietro negli anni, e precisamente agli anni '90, all'epoca del liceo e dell'incontro con la futura moglie. Da qui si succederanno una serie di avvenimenti più o meno importanti ed esilaranti. Eccoci di fronte a un film che merita due giudizi ben distinti. Se considerato infatti in termini assoluti, "Torno indietro e cambio vita" è da bocciare senza remissione di peccati, perché, ammettiamolo, è ben poca sostanza e ancor meno comicità. Se considerato però all'interno della modesta filmografia vanziniana, siamo di fronte a una delle migliori pellicole del figlio del grande Steno. E questo nonostante il soggetto abusato del film, cioè il salto temporale all'indietro (od anche al futuro) in modo tale da poter cambiare il proprio destino. Un soggetto ampiamente e precedentemente trattato nella cinematografia italiana e soprattutto straniera, ma usato in modo banale, poiché quest'opera risulta non solo, ovviamente, irreale ma anche piuttosto superficiale e semplicistica nel presentare la vicenda in se. Anziché distaccarsi appunto dal "già visto" e creare un prodotto con qualche spunto originale, il film rimane completamente in superficie raccontando situazioni ed avvenimenti scontati di cui si intuisce già in precedenza lo svolgersi e la conclusione.
Il regista sicuramente ha voluto girare una pellicola leggera e tesa ad essere soltanto un puro e semplice intrattenimento tentando il consueto recupero della vena nostalgica, tuttavia annacquandola in un storiella all'acqua di rose (con lieto fine imposto per regio decreto) che ha il sapore acidulo del già visto o dello scaduto. Qui infatti la banalità e la superficialità risultano tali da non lasciare intravvedere alcuno spiraglio, se non di originalità, almeno di ironia sottile e gag intelligentemente esilaranti. Gli attori svolgono il compitino, o almeno ci provano. Bova è fuori parte (come sempre in certi tipi di film), Memphis va ingrigendosi nelle parti di "bruttino con anima+sentimento" ma ogni tanto fa ridere, la Michelini sbraita (troppo e male), si muove senza controllo, stavolta non ha uno Zalone a limitarne il furioso (e curioso) estro, gli altri così così, più che personaggi, stereotipi tagliati con l'accetta, nonostante un divertentissimo Max Tortora, l'unico minimamente salvabile. Il film si è rivelato perciò una commedia, sì carina, a tratti spassosa, ma niente di che. Bello tornare agli anni '90, questo sì, i motorini, le ricerche sugli elenchi telefonici, etc, la trama però è fin troppo semplicistica e scontata ed il finale (francamente) evitabile, perché se tutto il film mi ha lasciato abbastanza indifferente, il finale mi ha veramente deluso. Troppa sufficienza, c'è la risata, le scene romantiche ma una volta finito, non lascia nulla. L'idea alla base del film quindi era molto intelligente, la trama però si è rivelata una delusione. Peccato, come anche la colonna sonora, che in film dove si viaggia al passato il regista poteva limitarsi al copia e incolla della hit parade dell'anno di destinazione, mentre Vanzina opta stranamente per musichette pop orecchiabili di oggi, sbagliando. Non mancano ovviamente scene o situazioni sciocche e insulse, come la scena (tecnica o metodo) del viaggio nel passato e ritorno che è tecnicamente una becerata, brutta ma tanto. E poi una curiosità, la schedina con i risultati consultati da Claudio sono letti nel modo sbagliato (al contrario), la schedina quindi non poteva essere vincente, e invece.. che errore madornale. Nonostante perciò la felice intuizione, il film ha il sapore di un'occasione (decisamente) mancata, anche se non priva di delicatezza e godibilità nonostante si resti comunque al di sotto della sufficienza. Voto: 5,5
Il regista sicuramente ha voluto girare una pellicola leggera e tesa ad essere soltanto un puro e semplice intrattenimento tentando il consueto recupero della vena nostalgica, tuttavia annacquandola in un storiella all'acqua di rose (con lieto fine imposto per regio decreto) che ha il sapore acidulo del già visto o dello scaduto. Qui infatti la banalità e la superficialità risultano tali da non lasciare intravvedere alcuno spiraglio, se non di originalità, almeno di ironia sottile e gag intelligentemente esilaranti. Gli attori svolgono il compitino, o almeno ci provano. Bova è fuori parte (come sempre in certi tipi di film), Memphis va ingrigendosi nelle parti di "bruttino con anima+sentimento" ma ogni tanto fa ridere, la Michelini sbraita (troppo e male), si muove senza controllo, stavolta non ha uno Zalone a limitarne il furioso (e curioso) estro, gli altri così così, più che personaggi, stereotipi tagliati con l'accetta, nonostante un divertentissimo Max Tortora, l'unico minimamente salvabile. Il film si è rivelato perciò una commedia, sì carina, a tratti spassosa, ma niente di che. Bello tornare agli anni '90, questo sì, i motorini, le ricerche sugli elenchi telefonici, etc, la trama però è fin troppo semplicistica e scontata ed il finale (francamente) evitabile, perché se tutto il film mi ha lasciato abbastanza indifferente, il finale mi ha veramente deluso. Troppa sufficienza, c'è la risata, le scene romantiche ma una volta finito, non lascia nulla. L'idea alla base del film quindi era molto intelligente, la trama però si è rivelata una delusione. Peccato, come anche la colonna sonora, che in film dove si viaggia al passato il regista poteva limitarsi al copia e incolla della hit parade dell'anno di destinazione, mentre Vanzina opta stranamente per musichette pop orecchiabili di oggi, sbagliando. Non mancano ovviamente scene o situazioni sciocche e insulse, come la scena (tecnica o metodo) del viaggio nel passato e ritorno che è tecnicamente una becerata, brutta ma tanto. E poi una curiosità, la schedina con i risultati consultati da Claudio sono letti nel modo sbagliato (al contrario), la schedina quindi non poteva essere vincente, e invece.. che errore madornale. Nonostante perciò la felice intuizione, il film ha il sapore di un'occasione (decisamente) mancata, anche se non priva di delicatezza e godibilità nonostante si resti comunque al di sotto della sufficienza. Voto: 5,5
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