giovedì 31 gennaio 2019

E' arrivata mia figlia! (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2016 Qui - E' arrivata mia figlia! è un garbato film brasiliano (del 2015), scritto e diretto da Anna Muylaert, regista molto conosciuta nel suo paese, sconosciuta da noi, che racconta una storia, in chiave di commedia e dai tempi perfetti e con sfumature toccanti, che è anche uno spaccato della situazione socio-economica del Brasile di oggi. Un film che grazie alle Olimpiadi a Rio assume ed ha assunto almeno personalmente un certo interesse. Vincitore del Premio Speciale alla Giuria al Sundance e del premio del pubblico al Festival di Berlino 2015, il film vanta come protagonista Regina Casé, attrice teatrale, cinematografica e televisiva con una carriera ultra-quarantennale alle spalle, ad oggi una delle interpreti più importanti del Brasile, da noi ovviamente semi-sconosciuta come tutti gli altri interpreti. La Casè presta il volto a Val, una governante a tempo pieno che da sempre ha come unica missione il proprio lavoro. Val è la serva ideale, si direbbe che abbia nei geni l'idea platonica del servizio e dell'obbedienza anche se convive con il senso di colpa per aver lasciato la figlia. Con indosso la classica uniforme da domestica perennemente inamidata, che oramai è diventata una seconda pelle, è al servizio dei suoi facoltosi datori di lavoro di San Paolo e ogni giorno accudisce con devozione il loro figlio adolescente (Fabinho) fin da quando era in fasce, avendolo di fatto cresciuto lei stessa. Ogni cosa e ogni persona ha il suo posto nell'elegante abitazione (anche lei, che vive orgogliosa nella sua piccola e squallida cameretta), fino al giorno in cui sua figlia Jessica arriva dalla città natale di Val per fare i test di ammissione all'università. Dopo averla affidata alle cure e all'educazione di alcuni parenti nel nord del Brasile, Val ha sacrificato, per così dire, la propria vita in favore del ruolo di governante, ma tredici anni dopo, la figlia arriva pronta a criticare l'atteggiamento succube della madre, spiazzando tutti, Val in primis, con il suo comportamento imprevedibile, dando così origine a una convivenza non facile in cui ognuno sarà influenzato dalla personalità e dal candore della giovane, che con il suo spirito libero, moderno e colto farà crollare i fragili equilibri della famiglia (c'è chi, come il capo famiglia, ne rimane affascinato, e chi, come la moglie, fortemente in contrasto tanto da indurla a lasciare la casa), risvegliando però nella madre un sussulto di orgoglio, di voglia di libertà e la possibilità recuperare ancora l'affetto sincero della figlia. È arrivata mia figlia è uno di quei film davvero difficili da recensire, né brutto né bello, leggero, educato, brioso ed inoffensivo, sul quale in fondo c'è poco da dire. Ciò che salta agli occhi è la levità della regia di Anna Muylaert, un tocco femminile che regala garbo e fluidità ad un racconto che scorre piacevole e prevedibile, senza scosse o sorprese.

Perché È arrivata mia figlia! racconta solo, con leggerezza e ironia, i rigidi meccanismi alla base della cultura brasiliana, retaggio di un passato colonialista che tutt'ora influisce sul carattere delle persone. Il film inizia raccontando proprio le consuetudini e le regole che governano i rapporti affettivi e sociali in una ricca famiglia a San Paolo, spostando poi l'attenzione su Jessica che irrompe nel contesto domestico, del tutto inconsapevole delle regole della casa, pronta a valicare alcune linee di demarcazione che la madre ha rispettato dal primo giorno di lavoro, sottolineando la differenza generazionale tra le due protagoniste. Val infatti si è rassegnata ad un ruolo dio sottomissione mentre la figlia assume un atteggiamento più critico e combattivo nei confronti della propria vita. Il mezzo attraverso cui la regista brasiliana descrive tutto ciò è, appunto, l'arrivo improvviso di un elemento esterno, nel qual caso la figlia della protagonista principale, che risveglia finalmente nella madre la coscienza di essere umano avente gli stessi diritti e doveri uguali ai propri simili. Molto intelligente e sveglia, dotata di una forte e spiccata, nonché inaspettata, personalità per i componenti della casa, ella fungerà da ciclone devastante, ma quanto mai opportuno per ristabilire "l'ordine" naturale. Ed il pregio di questa commedia che racconta una storia in fin dei conti un poco banale come contenuti è proprio il modo con cui la Muylaert presenta la vicenda, ricorrendo ad un'ironia semplice ed a situazioni a volte un poco assurde od imbarazzanti ma che esprimono efficacemente il concetto di uguaglianza e di essere affettivamente una vera famiglia unita. Il film come tale è girato benissimo, negli ambienti per lo più interni, nelle inquadrature quotidiane, nei dialoghi con un ritmo incalzante che avvince lo spettatore e lo porta dentro la casa. Con un buon ritmo e buon cast, non solo Regina Casé, ma anche Camila Màrdila, la esile e volitiva Jessica, spiccano per bravura e credibilità. Peccato soltanto per un finale un po' incerto e per un doppiaggio che forse appiattisce le differenze culturali tra i personaggi. Comunque su questo canovaccio non originalissimo Muylaert costruisce con perizia un racconto edificante, evitando battute grossolane e situazioni boccaccesche, ma senza neppure affondare il colpo sulla società classista o l'ipocrisia dell'intellettuale illuminato, È arrivata mia figlia accarezza, non graffia e sopratutto non approfondisce. Il film però non intende né giudicare né esaltare i personaggi, ma semplicemente mostrare la realtà dei fatti, mettendo a confronto due generazioni di donne di umili origini che rivelano due volti inediti del Brasile, e senza clamori ma con intelligenza il film racconta una piccola rivoluzione domestica, una presa di coscienza che è anche il riflesso di un salutare cambiamento di mentalità in atto nella società brasiliana. E anche se lo spunto su usi e costumi di una società classista come quella brasiliana è affrontato con banalità e conformismo, da una storia molto vera e divertente, nonostante le risate nulle, e solo qualche sorriso, è un film godibile, talora ironico e talora toccante, che si fa vedere con empatia. Il film è perciò nell'insieme garbato, gradevole e innocuo, ma non è comunque un grande film, tutto procede in modo prevedibile e senza colpi di scena, anche con una certa scontatezza, in ogni caso bella la fotografia. In conclusione bisogna però sottolineare che la protagonista non convince del tutto, ci mette sicuramente tutta la buona volontà, ma calca troppo la mano su una gestualità esagerata e su ricorrenti esclamazioni da donna del popolo. Accettabile la figlia nel ruolo di giovane donna che rifiuta di adeguarsi ad un destino di subalternità sociale e culturale, anonimi e poco incisivi (se non addirittura fuori parte, come l`attrice che recita la parte della padrona di casa) gli altri interpreti. Un film in definitiva comunque interessante ma poco graffiante e poco deciso, ma certamente da vedere. Voto: 6

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