giovedì 31 gennaio 2019

Il Re Scorpione 4: La conquista del potere (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2016 Qui - Il Re Scorpione 4: La conquista del potere (The Scorpion King 4: Quest for Power), film d'azione e d'avventura del 2015, andato in onda una settimana fa su Italia Uno è l'ennesimo e inconcludente sequel di una famosa saga che solo nel primo capitolo, nato come spin-off del secondo capitolo della famosa saga cinematografica de La Mummia, aveva davvero entusiasmato. D'altronde il primo Re Scorpione era interpretato da un certo The Rock quindi niente a confronto dei successivi, tutti poi per il mercato home-video al contrario del primo che ebbe anche un discreto successo al botteghino. Da lì è stata una discesa che non si è più fermata, perché cercando di sfruttare il notevole successo, hanno pensato bene (proprio benissimo) di realizzare ben tre film, e dopo il comunque mediocre secondo capitolo Il Re Scorpione 2: Il Destino di un guerriero, prequel del primo (l'unico davvero interessante), e dopo l'inutile terzo, Il Re Scorpione 3: La battaglia finale eccoci al quarto e ultimo (fortunatamente per noi) capitolo che è però il sequel del terzo. Infatti questo quarto capitolo, diretto da Mike Elliott (regista molto proficuo in termini di filmografia, tantissimi i suoi film, perlopiù di serie B), riprende in parte da dove si era concluso il terzo, con l'attore Victor Webster (Il mondo dei replicanti e la serie tv Continuum) che torna ad interpretare il personaggio di Mathayus. Quest'ultimo (leggendario Re Scorpione) si reca con il suo compagno Drazen nel palazzo di Skizzura alla ricerca della famosa Urna del Re. I due vengono scoperti da un gruppo di soldati (tra cui il 'custode' interpretato da Lou Ferrigno, famoso Hulk per la tv) e durante un feroce scontro, Mathayus capisce che Drazen è un traditore. Drazen fa imprigionare infatti Mathayus nel palazzo e scappa con l'urna per consegnarla a suo padre, re Yannick, il quale una volta ricevuta l'urna, la frantuma in mille pezzi per recuperare la Chiave d'Oro del Signore Alcaman sulla quale è scritta una preziosa incisione, il quale rivelerà il modo di usare i poteri di un potente stregone che un tempo controllava l'intero mondo conosciuto. Nel frattempo Mathayus riesce a liberarsi per mettersi sulle tracce di Drazen, ma una volta arrivato al castello del re, viene arrestato dalle guardie. Nelle celle del castello incontra un'altra detenuta, si tratta di Valina Raskov (la bellissima, gnocca e bionda Ellen Hollman), ex promessa sposa del perfido Drazen.

I due riescono a fuggire dal castello, ma Drazen dopo aver ucciso il padre per impossessarsi della Chiave d'Oro, si reca presso Glenrrossova. Mathayus e Valina (con appresso il poco convenzionale padre di lei) seguono Drazen e in seguito a varie peripezie riescono a recuperare la chiave scatenando l'ira dell'uomo. Una volta arrivati al Castello di Alcaman Mathayus e Valina riescono finalmente ad aprire la porta segreta nascosta nella montagna ma vengono di nuovo attaccati da Drazen e i suoi uomini. Qui avverrà una efferata battaglia per conquistare la Corona di Alcaman. Ovviamente il finale scontato e prevedibile ci sarà, perché il bene trionferà. Partendo dal presupposto che questo ennesimo capitolo non serviva (fortunatamente non ce ne sarà un altro) è uno dei film più banali e superficiali mai visti ultimamente, poiché il film è davvero senza senso, addirittura a tratti divertente, più involontariamente che per talento comico, che si permette il lusso (senza averne il diritto) di citare addirittura Indiana Jones e l'ultima crociata, un sacrilegio in piena regola, praticamente una bestemmia. Film perciò da oratorio nel senso pieno del termine, sembra infatti scritto ed interpretato da adolescenti o ragazzini in età prepuberale durante un raduno o ritiro in oratorio, con la supervisione di un precettore dotato di senso dello humour. Infatti l'unico aspetto positivo (non tantissimo, anzi) del filmetto è la comicità contenuta, che direi al 50 per cento volontaria, reso evidente dalle scene di scontri fisici che ricordano i vecchi film anni '70, che non solo non sono realistiche e drammatiche, come ci si aspetterebbe nel contesto descritto, ma sono esclusivamente comiche. Altra evidenza dell'intenzionalità comica sono alcune scene di alleggerimento, davvero brutte. Un altro 50 per cento è probabilmente comicità involontaria, dovuta all'imperizia ed alla mancanza di talento, idee evolute, invenzioni, ecc, in quanto è tutto già visto e rivisto in decine di film, con il disvalore aggiunto del basso budget e quindi della sceneggiatura, scenografia, ambientazione, ecc, raffazzonata, approssimativa ed inconcludente, talmente scarna da far dubitare di tutta l'operazione, chiedendosi quali possano essere state le motivazioni alla base. Scene, eventi, azioni, ecc, tutto è talmente banalizzato, sciocco e stereotipato, che sembra prevalga una volontà di appiattimento, mediocrità e bruttezza a tutti i livelli strutturali nell'organizzazione e produzione di questo pessimo filmetto. Insomma un film davvero brutto che, nonostante il senso dello humour, la comicità intrinseca, il desiderio di far divertire più che spaventare in questo fantasy, che di fantasia ne contiene poca, ma tanti scopiazzamenti con minime variazioni sul tema, delude, non convince e si fa dimenticare subito, immediatamente proprio, senza alcun ripensamento. Sconsigliato a tutti, sopratutto ai fan della saga. Voto: 6-

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