mercoledì 28 agosto 2019

La trattativa (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/10/2016 Qui - La trattativa (reso graficamente come #LaTrattativa) è un film del 2014 scritto e diretto da Sabina Guzzanti. Il film è un indagine sui misteri della storia più recente dell'Italia, che svela i segreti della vicenda più spinosa della seconda Repubblica: la trattativa Stato-Mafia. Un gruppo di lavoratori dello spettacolo, capitanatati dalla Guzzanti, mettono in scena le vicende controverse relative alla cosiddetta "trattativa", quella che sarebbe intercorsa tra Stato e mafia all'indomani della tragica stagione delle bombe (Roma, Milano, Firenze). In un teatro di posa, un gruppo di attori ricostruisce, nei modi di una "fiction giornalistica", (tramite attori ed attrici che interpretano alcune figure del periodo: mafiosi, massoni, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, politici, vittime e persone oneste) i passaggi fondamentali di una vicenda complessa e piena di omissis (che si è comunque rigorosamente attenuta a fatti riscontrati ed ancora in piena fase di sviluppo) che inizia dall'uccisione di Falcone e Borsellino fino ad arrivare al processo che vede sul banco degli imputati, fianco a fianco, politici e mafiosi. Vent'anni di storia italiana, l'uccisione di Salvo Lima, il maxi processo, la strage di Capaci, l'uccisione di Borsellino, le bombe a Roma, Firenze, Milano, la fallita strage allo Stadio Olimpico...con i suoi discussi protagonisti: Riina, Provenzano, Ciancimino padre e figlio, Caselli, i capi del Ros Mori e Subrani, Napolitano, Mancino, Scalfaro, i pentiti, Gaspare Spatuzza, Mutolo, Dell'Utri, Mangano...e Berlusconi, ovviamente, quello vero e quello fatto dalla Guzzanti. E anche se le risposte agli interrogativi (tanti) posti nel corso del film non trovano certezze, la vera verità molto probabilmente non la sapremo mai, come la maggior parte degli eventi politico-catastrofici avvenuti dal dopoguerra ad oggi.

La tesi è quella arcinota riportata da tutti i giornali e trattata dai processi seguiti alle dichiarazioni-shock del pentito Massimo Ciancimino. Perciò la regista si prende un rischio, in più strania lo spettatore da subito, parlando in camera e mostrando la messinscena, lo spettatore vede il teatro di posa e immediatamente comprende che i personaggi che interpretano magistrati, giornalisti, comandanti di polizia sono persone di 'spettacolo', attori, teatranti. Il cinema è fatto di questo ma la Guzzanti decide di 'metterlo in chiaro' e renderlo palese, scatenando una serie di domande sul significato di ciò che si vedrà di lì a poco, ma anche sul significato complessivo del suo lavoro. Un lavoro di raccolta immane, interviste, documentari, stralci di telegiornali dell'epoca, testimonianze. Sullo schermo si muovono i grandi protagonisti della vicenda riportata, oltre al già citato Ciancimino, ci sono mafiosi e politici di spicco, da Mangano a Mutolo, da Dell'Utri a Scalfaro, un linea temporale che va dall'inizio degli anni '90 fino alla scesa in campo di Silvio Berlusconi. Un film che però, si veda il background dell'autrice, si veda lo stile icastico ma che mai dà la sensazione di essere realmente neutrale, divide il pubblico tra chi si ha un certo pensiero sulla questione e chi invece non la pensa come la cineasta, rimanendo una pellicola di confine che scava nel passato ma che spesso dalla denuncia passa all'intrattenimento con un turbinio di nozioni ed informazioni che possono spiazzare lo spettatore, una sorta di concentrato a volte un po' scolastico o didattico. Più ritmato e coinvolgente nella prima parte, più compassato nella seconda. Questo non toglie che La trattativa (come la si pensi) sia, ad ogni modo, un prodotto di qualità, ben strutturato, della quale si consiglia la visione, che andrebbe proiettato nelle scuole Italiane e in tutte le sedi Istituzionali ad iniziare dal Parlamento. Insomma interessante e sconvolgente, ma anche molto serio nonché divertente a tratti. Voto: 6-

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