martedì 22 gennaio 2019

A Napoli non piove mai (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/09/2016 Qui - Simpatico, ma purtroppo A Napoli non piove mai (2015) non riesce a convincere, perché nonostante le buone intenzioni, fallisce anch'essa nella trama (esilissima) e soprattutto nella messa in scena. Sergio Assisi infatti in questa sua opera prima pecca di qualche ingenuità, anche se proprio perché è un primo tentativo potrei lasciar correre, ma purtroppo non si può poiché A Napoli non piove mai (inspiegabilmente sovvenzionata e riconosciuta di interesse culturale da parte dello Stato) è l'ennesima mini-produzione italiana senza capo né coda, senza un'idea precisa, senza un qualcosa di divertente. La Napoli del titolo infatti, da titolo, è sì solare ma anche troppo teatrale, folkloristica, pasticciata e posticcia. Le vicende dei tre 'disperati' della storia raggiungono praticamente zero empatia e il loro intreccio meccanico non funziona. Tutto sembra apparecchiato alla buona, con avanzi e portate insipide, servite un po' a casaccio. Poiché le vicende del napoletano Barnaba, che dopo l'ennesimo litigio con il padre e con la fidanzata che lo lascia a causa del suo essere un eterno Peter Pan, che cerca ospitalità dagli ex compagni di scuola e trova le porte aperte da Jacopo, che soffre di sindrome dell'abbandono da quando è stato mollato sull'altare, non vanno da nessuna parte. E neanche l'arrivo della restauratrice Sonia (che paradossalmente soffre della sindrome di Stendhal), che ha accettato un lavoro a Napoli solo per poter sfuggire al padre e allo spasimante Crocifisso, cambierà qualcosa al film, al contrario della vita dei tre, che subirà grandi cambiamenti.
Comunque a parte qualche problema bisogna dare atto che il film è garbato e godibile ed anche fresco, leggero, e a tratti delicato, che pur non possedendo forti elementi di comicità, possiede un continuo spirito rilassato e spiritoso che lo rende di visione assai piacevole. Questo grazie alla recitazione, sempre molto sobria, mai eccessiva e che non cade nei facili eccessi becero-volgari a cui certi tipi di commedia ci hanno, purtroppo, abituato. L'altra protagonista sicuramente in positivo è la città, la bella Napoli, che per la prima volta dopo un bel po' si spoglia dell'immagine (vera, per carità) di Gomorra e torna ad essere una onirica rappresentazione di una sottocultura popolare fatta di Santi, parrocchie e bancomat sognati. È la Napoli antica, quella del sole non solo meteorologico (perché è vero che a Napoli non piove mai), ma di una popolazione che se glielo chiedi ma anche no, un posto per ripararti dalle intemperie della vita lo trova sempre. Assisi poi, nonostante una prova così così, sceglie benissimo il suo cast, Valentina Corti qui è davvero stupenda, bellissima e dolce (con il suo look un po' pin-up e il suo modo di essere, tuttavia, naif, riesce a sorprendere) ed Ernesto Lama una rivelazione, e cura le musiche altrettanto bene, belle infatti le atmosfere jazz che ben si accompagnano alla storia. Una storia che offre sicuramente spunti simpatici ed anche qualcuno di riflessione ma, soprattutto, ci offre una visione di Napoli finalmente non stereotipata e molto vera, anche se la storia d'amore tra i due non ha praticamente senso, vuota, insipida e forse anche inutile, ed anche altre che l'accompagnano non interessano. In definitiva perciò nonostante un buon dettaglio narrativo, e a parte qualche gag, fa davvero ridere poco, un film quindi al di sotto della sufficienza, minimamente deludente come commedia, ma che si fa comunque apprezzare, però non tantissimo. Voto: 6

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