martedì 22 gennaio 2019

Non c'è due senza te (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/09/2016 Qui - L'idea che Belen Rodriguez facesse l'attrice è forse la più pessima di sempre, perché con tutto il rispetto per lei (che è una gnocca spudorata) non è proprio il suo ruolo, addirittura canta pure, davvero sbagliato. Al contrario invece dell'idea di rivedere la divertente coppia gay Troiano e Abbrescia, fidanzati nel film Cado dalle nubi con Checco Zalone (anche se i nomi cambiati), che riescono nell'intento di rendere Non c'è due senza te (film del 2015 diretto da Massimo Cappelli), minimamente visibile, anche se nel primo erano accettabili in termini narrativi e caricaturali, qui i due offrono invece una recitazione, per colpa della trama e del tema, davvero sopra le righe ed eccessiva. Poiché il film, che racconta della 'gaia' vita di Moreno e Alfonso che viene stravolta dall'arrivo di Niccolò, il nipote di 11 anni, eccede in troppe situazioni grottesche e improbabili. Come quando la già difficile convivenza a tre, viene complicata dal fatto che i due si fingono etero e che per di più Moreno si invaghisce (nonostante continui a professarsi gay) della bellissima Laura, lasciando Alfonso solo e sconsolato. Ma grazie al bambino, a una vicina impicciona, a uno psicologo confuso e a delle colorate drag queen, Alfonso saprà riconquistare il suo grande amore. Il film di Massimo Cappelli è comunque una commedia divertente che tocca temi d'attualità e sfrutta perfettamente le doti attoriali di tutti, soprattutto quelle della D'Aquino, perfettamente in parte e sempre brava. Ma come sempre in questi tipi di film i cliché sono infiniti, dall'omosessualità da tenere nascosta ai famigliari, alla rigida divisione dei ruoli domestici alla necessità, per Moreno, di andare dallo psichiatra (nemmeno lo psicologo).
Stereotipi come la napoletanità della Capasso, il carrierismo della sorella di Alfonso, lo psichiatra represso, gli amici trash della coppia gay, e via elencando. E ciò, anche se terreno della farsa e della macchietta, stona malamente. Perché anche se il film scorre piacevolmente, non c'è alcun approfondimento né dei caratteri dei personaggi, che risultano difatti non persone ma caricature, né delle situazioni, che appiano banali e scopiazzate altrove. In Non c'è due senza te poi la recitazione (non solo dei due ma di tutti) è costantemente sopra le righe e le dinamiche, sono già viste e la sceneggiatura è disseminata di troppi dettagli improbabili. L'unico salvabile di tutto il film è però il bambino, Samuel Troiano (nipote di Fabio), che riesce miracolosamente a mantenere freschezza e credibilità (soprattutto nei siparietti con Abbrescia, un grande attore qui sprecato) a dispetto del copione, anche se la sua scena vestito da drag queen è risultata davvero eccessiva e fuori luogo. Questo perché il film almeno personalmente è stato forzato e troppo caricaturalizzato. A mio parere si è difatti solo voluta sfruttare l'attualità dell'argomento per cercare di 'fare cassetta'. Sembra un film infatti fatto da persone che si ritengono furbe e pensano di poter far passare un prodotto trasandato e scadente per un'operazione non solo commerciale ma di qualità. Per fortuna non ci riesce, perché il film nonostante tutto (l'argomento spinoso e l'inutile presenza della Belen) sbaglia tanto ma soprattutto non diverte e non interessa. Voto: 5+

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