Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/09/2016 Qui - Left Behind: La profezia (Left Behind) è un alquanto inconcludente e abbastanza deludente thriller fantascientifico del 2014 diretto da Vic Armstrong con protagonista Nicolas Cage. Questo perché il film non solo è un remake del film Prima dell'apocalisse del 2000, sconosciuto a molti e dimenticato giustamente dai più (e quindi l'impresa poteva apparire più semplice), ma perché questo adattamento cinematografico del romanzo Gli esclusi, primo dei sedici capitoli della serie fantastico-apocalittica Left Behind, scritta da Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins dal 1985 al 2004, basata sulle profezie bibliche di Giovanni, Ezechiele e Daniele, è veramente irrisorio, poiché al di la dell'intreccio della storia, che può avere più o meno senso, il film è scadente nella sua concezione. L'idea originale (non tanto in effetti dato che tutta la storia ricorda molto la serie The Leftlovers ma con risultati peggiori) è buona ma viene sfruttata male, davvero male, tanto che della trama l'unica cosa interessante di questo dramma famigliare (dato che racconta di una famiglia e di un padre dal cielo e la figlia in terra che cerca disperatamente di far atterrare un aereo) è che in tutto il mondo alcune persone scompaiono senza un preciso motivo. Dopo questo diventa un inutile film catastrofico condito da un assortimento di stereotipi. Ma il principale problema è che non c'è storia, la trama non ha un filo conduttore che regge...e il dramma sull'aereo diventa quasi (ironicamente) commovente e divertente. Il film è difatti monco, manca il trasporto e manca una struttura che regge il film dall'inizio alla fine, ci sono molte banalità ed è molto tutto scontato fino a quasi il finale, pessimistico, forte ma vuoto e inconcludente, tanto che non capisco come si possa pensare di farne un sequel, che senso avrebbe, dato che anche al botteghino il film ha fatto flop?
La sceneggiatura è perciò pessima, alcune dinamiche tra i personaggi sono ridicole e ci sono effetti speciali davvero osceni. La regia è poi fin troppo macchinosa e la recitazione non è delle migliori infatti si rivela molto mediocre e i dialoghi fin troppo banali e già sentiti fino allo sfinimento. Ma quello che non capisco è perché Nicolas Cage (un attore che a me piace molto) si ritrovi ogni tanto ad accettare parti in film non perfetti e di livello, a volte anzi quasi sempre non per colpa sua ma per pecche della pellicola dovute a registi, sceneggiature, non sempre affidate a mani esperte o di qualità, come quelle di Vic Armstrong più famoso come stuntman che come regista (questo è il suo secondo film e il primo risale a più di vent'anni fa). Un mistero che non avrà rivelazioni come nel film che non spiega e non dice niente, nonostante alcune avvincenti scene, ma sempre troppo americanizzate e forzate. Comunque Nicolas Cage si era già confrontato con tematiche relative alla religione, come in Al di là della vita, dove dietro alla macchina da presa però c'era Martin Scorsese oppure in Il prescelto, un cult movie che aveva come fulcro Christopher Lee, perdendo però nel confronto, ma qui proprio è pessimo, come il film, visto perché spinto dal titolo decisamente interessante, errore davvero grossolano. E' davvero scadente come prodotto ed è uno dei pochi film che sconsiglio vivamente per evitare di buttare al vento due ore guardando una pellicola inutile. Voto: 5+