domenica 13 gennaio 2019

Intruders (2011)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/07/2016 Qui - Intruders è un horror soprannaturale del 2011 con Clive Owen, andato in onda in seconda serata il 14 luglio su Italia Uno. La pellicola diretta da Juan Carlos Fresnadillo (regista di Intacto e 28 settimane dopo), uscita direttamente per il mercato dell'home video, presenta una buona e imprevista trama, all'inizio però si ha la sensazione di un film già visto e del solito horror ma ci sarà un importante colpo di scena, comunque non tanto spiazzante ma sicuramente interessante. La storia è quella di due famiglie che parallelamente si trovano a dover combattere con il soprannaturale. Entrambi i rispettivi figli sembrano essere spaventati ad un'entità che li perseguita. "Senza Faccia" fa loro visita per fargli del male. Ma chi è? Sono solo allucinazioni o si cela davvero qualcosa dietro questo "personaggio senza volto"? C'è qualcosa che lega i due bambini e le famiglie? Secondo Fresnadillo, Intruders riflette il suo amore per il più oscuro universo visuale, per quei demoni che sono sepolti nel nostro subconscio. Tuttavia, più che un semplice horror soprannaturale, il film è un intenso dramma psicologico che ha come tema centrale la famiglia, piuttosto che concentrarsi su gli spiriti maligni fa leva sulla paura che cresce in queste famiglie apparentemente normali e felici dove i bambini sono visitati da entità sconosciute e questo non è una cosa positiva, dato che il risultato non è affatto tra i migliori. Girato tra Londra, Madrid e Segovia, il film vanta un buon cast, con Clive Owen, Carice van Houten (Black Book) e Daniel Brühl, divenuto una superstar grazie alla prova attoriale sostenuta nel Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. E' comunque un film carino, anche se inizialmente sembra troppo sconclusionato e non si capisce dove vada a parare. Il film, che poteva essere un pochino meno "lento" e avere più scene con senza faccia, (quest'ultimo non brilla per originalità è in apparenza un uomo senza volto), se non fosse stata per la brillante e interessante spiegazione/conclusione del film, ci saremo trovati davanti il solito horror con tutti i pro e contro che questo comporta.
Si poteva infatti fare qualcosa di più originale, inoltre il film non mi ha fatto paura, e si poteva fare di meglio anche da questo punto di vista, il film non gode neanche di una vera e propria soundtrack o inquadratura particolare, la figlia di Clive Owen nel film (un incrocio tra Olivia Wilde e Olga Kurylenko) è bravina e lui anche. Mi aspettavo di più...ma è un bel film, con risvolti psicologici interessanti, certo però che il regista non è in grado di far troppo la differenza da altri simili, soprattutto per alcuni cali vertiginosi che arrivano proprio sul più bello. Siccome la pellicola si snoda su due frangenti paralleli per buona parte della sua durata, finisce col penalizzare parzialmente la narrazione, ma nonostante questo la storia sa toccare le corde giuste, soprattutto perché nella vita non vi è nulla di più sacro dei bambini, e ciò porta quindi ad una sorta di inevitabile, e fruttuosa, immedesimazione. Si respira quindi una più che discreta tensione, il clima di incertezza è ricreato con buona abilità, i minuti scorrono e la sensazione di disagio cresce in maniera esponenziale, però, purtroppo, c'è un pesante "però". La parte conclusiva, che da un significato concreto alla doppia narrazione (che quindi assume un significato importante), è fin troppo fiacca, una risoluzione senza un minimo di nervo, deludente nonostante il richiamo ben ricamato col resto della storia. Così quando serviva il colpo d'ala definitivo arriva invece un "harakiri" che debilita un film altrimenti ben costruito. Un peccato mortale che non distrugge tutto il film, ma che comunque lo penalizza alquanto. Rimane un prodotto "horror" onorevole che sa coinvolgere parecchio, ma che si dimentica l'Abc delle regole della paura proprio sul più bello. Non sarà perciò di certo uno dei migliori film del genere ma merita una visione anche grazie al principale e forse unico pregio di avere un piccolo grande e significativo risvolto nella trama, ma al termine della pellicola si è tuttavia a mio parere discretamente soddisfatti di averlo visto, anche se inevitabilmente incompleto. Voto: 5+