giovedì 31 gennaio 2019

Code of honor (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2016 Qui - Code of honor è l'ennesimo film scontato, spietato (inedito) e abbastanza mediocre dell'indistruttibile Steven Seagal, maestro action di serie B. I suoi sono infatti sempre i soliti film, quelli senza un minimo di credibilità e senza qualità, anche se il buon Steven può vantare una carriera televisiva di tutto rispetto, ma sopratutto o lo si ama o lo si odia. Io solo per averlo visto potreste credere che mi piaccia ma non è così, perché ancora una volta interpreta un colonnello ex forze speciali in un film scandaloso, addirittura enigmatico e assurdo come mai prima d'ora, anche se quello che fa (o almeno il protagonista fa) è una cosa buona e giusta. Perché il colonnello Robert Sikes, per vendicarsi della sua famiglia e per ripulire la città dal crimine, fa quello che tanti dovrebbero fare, piazza pulita (come un vero giustiziere). Solamente un amico di vecchia data (Craig Sheffer della serie tv "One Tree Hill") cerca di dissuaderlo, ma Sikes è inarrestabile, ha un solo obiettivo, liberare la sua città dal crimine ad ogni costo, senza mezze misure, affrontandolo faccia a faccia.

Il film (del 2016) infatti si apre con due orde di gangbangers incontrarsi per comprare e vendere la droga gli uni dagli altri, che lui fa fuori abbastanza incredibilmente con un fucile da cecchino (il che ci sta) e poi addirittura con una mitragliatrice da più di 100 di distanza in altezza, e poi bombe, accoltellamenti, uccisioni, sparatorie, insomma il classico, più una donna, un bambino e l'alter-ego che ha una doppia personalità o chissà dato che il finale brutto proprio non l'ho capito. Insomma un pastrocchio, però che peccato perché a me Steven Seagal (almeno sufficientemente) è sempre piaciuto e ho intrapreso la visione di questa sua ultima 'fatica' con passione, con speranza confidando che sarebbe stato un bel film. E invece state lontani da Code of Honor, non vedetelo, non ne vale la pena, è infatti oltre l'aggettivo brutto. Dialoghi senza senso, inquadrature inutili, pezzi di film superflui e poi il povero Steven che si muove lentamente oberato dai suoi chili di troppo tanto che il regista ha pensato bene di rallentare alcune scene altrimenti Seagal non gli sarebbe stato dietro, e poi quella spazzola che si porta in testa chiamata capelli, si vede che sono colorati, sembra. Comunque se malauguratamente decidete di vederlo (spero in streaming o in tv senza spendere niente) siate già pronti a vedere uno dei film più inutili visti quest'anno. Questo è stato probabilmente l'ultimo perché il cinema di Seagal (e della sua persona) è definitivamente tramontato, morto. Voto: 5,5

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