venerdì 8 febbraio 2019

Sinister 2 (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/09/2016 Qui - Attesissimo sequel di uno dei migliori film horror degli ultimi tempi Sinister, il primo capitolo era infatti un mezzo capolavoro, perché anche se non rappresentava una rivoluzione in ambito horror, dato che si ispirava a tanti altri (Shining, The Ring e Il villaggio dei dannati), mescolati in un curioso mix, si presentava tuttavia come un dignitoso prodotto di genere, impreziosito dalla presenza di un buon cast (Ethan Hawke e Vincent D'Onofrio). Era perciò lecito attendersi un sequel, meno attendersene uno così privo di appeal. Perché nonostante alcune scene che potrebbero impressionare molti, non convince tanto. Ma non perché è brutto, ma perché diverso, per esempio è molto più violento, però il collegamento tra i due capitoli e un po' sballato e addirittura ci sono meno jamp scherm, anche se quei pochi fanno fare un grande salto dalla poltrona. Sinister 2 infatti prosegue sulla falsariga del predecessore, però senza offrire particolari spunti innovativi sulla trama (non offre alcun spunto particolarmente originale) ma rincarando la dose di orrore a base di sanguinolente stragi familiari. L'elemento più interessante e spaventoso di tutto poiché l'orrore generato dalla visione dei terrificanti filmini amatoriali rendono il film appetibile anche se dal seguito di una storia di per se interessante era lecito aspettarsi qualcosa di più. Colpa probabilmente di Scott Derrickson, che in questo lavoro passa il testimone della regia a Ciaran Foy, rimanendo comunque alla sceneggiatura, ma senza riuscire a dare a questo film del 2015 la direzione giusta. Film che indaga ancora di più in profondità sul misterioso demone che spinge i bambini a trucidare la propria famiglia, il tutto documentato sulle vetuste ma suggestive pellicole super 8. Tale film, infatti, approfondisce e si concentra su aspetti che nel primo film non erano stati evidenziati (soprattutto in riferimento alle scene che vedono coinvolti i bambini e i loro "mezzi" di coinvolgimento), e anche se non spiega tutto, ha un buon filo logico e un'interessante storia, nonostante si riallacci al precedente capitolo in modo confuso.
Il legame tra i due film è 'solamente' nella figura dell'ex vice-sceriffo (ovviamente già apparso nel primo film, personaggio alquanto ambiguo), ora indagatore dell'incubo, "So & So", interpretato da James Ransone, che continua a trovare indizi sulle investigazioni dello scrittore Ellison Oswalt (protagonista del primo, deceduto nel finale). I vari indizi che trova lo conducono nella casa rurale di Courtney (Shannyn Sossamon, la 'deliziosa' protagonista del primo Wayward Pines), madre di due figli, che in fuga dal marito violento, ci si trasferisce. Sa che lì è stato commesso un terribile delitto, non a caso, Dylan (Robert Daniel Sloan), uno dei due figli, comincia ad avere regolari visite di spiriti di bambini che gli mostrano terribili filmati amatoriali di morti violente (cosa che segnerà il suo destino), ma quello che non sa e che solo l'ex vice sceriffo conosce, è che dietro tutto questo vi è (di nuovo) il perverso disegno del demone Bughuul, il demone babilonese antagonista di tutti e due i film, che si ciba delle anime dei bambini, convincendoli a sterminare la propria famiglia. Come detto in precedenza però, anche se il  primo capitolo aveva ben impressionato per l'intelligente mistura fra horror e thriller immersi in un'inquietante e tetra atmosfera in cui si aggrovigliavano efferati crimini e sparizioni di bambini, il secondo perde un po' di trama qua e là e non riesce ad avere lo stessa 'aggressività' del suo predecessore, nonostante quello dei filmini è una delle trovate migliori, in scene condite di suoni inquietanti, dove vengono mostrati a loro e a noi uccisioni di famiglie nei modi più perversi e diversi, davvero agghiacciante. In Sinister 2 comunque, anche se la prima parte, risulta piuttosto fiacca, con pochi dialoghi e un riempimento fin troppo fastidioso di buchi tramite convenzionali impennate improvvise di volume e comparse subitanee di cose o presenze da dietro gli angoli, nella seconda, si risolleva grazie ad una minima complicazione dell'intrigo che lo rende più avvincente (che l'innocente diventi il colpevole, o quasi, è difatti uno dei maggiori interessi del film). Purtroppo però la figura demoniaca e imperiosa di Bughuul (qui leggermente 'scemotto') diventa all'improvviso scontata e non riesce quasi mai ad entrare in scena in maniera inquietante tranne che con espedienti già visti nel primo capitolo e quindi piuttosto prevedibili (come le fotografie in cui si anima). Per il resto Sinister 2 si appoggia (troppo) comodamente sulle buone idee del primo (i filmini amatoriali, il contesto familiare, i bambini) e si realizza tutto sommato in un buon prodotto che magari non sarà apprezzato dai 'perfezionisti' ma che comunque non ha del tutto dimenticato come si spaventa il pubblico. Voto: 6