Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2024 Qui - Un tributo affascinante e giocoso al giallo classico, che, nell'immaginare una versione cinematografica di "Trappola per topi" di Agatha Christie, si diverte con i cliché del genere, ripresentandoli con fedeltà (compreso il prevedibile colpo di scena finale). Nonostante aspiri a superare il solito giallo, alla fine si rivela proprio tale. La trama poliziesca è ben costruita, ma ancora più efficace è quella comica, arricchita da un umorismo sottile e tagliente. Le numerose citazioni cinematografiche costituiscono un altro piacevole gioco di riconoscimento. Anche se alcuni momenti risultano superflui, le scenografie e la ricostruzione storica sono impeccabili (trasportando lo spettatore direttamente negli anni '50), e il cast brilla nelle proprie interpretazioni, con una Saoirse Ronan particolarmente meticolosa e coinvolgente nel ruolo dell'assistente di polizia. Un intrattenimento leggero, ma assolutamente gustoso. Voto: 6 [Disney Plus]
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mercoledì 31 luglio 2024
Omicidio nel West End (2022)
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martedì 30 aprile 2024
Mon Crime - La colpevole sono io (2023)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2024 Qui - Una garbata commedia francese che diverte nonostante i suoi alti e bassi. La parte migliore è l'inizio, con le indagini dell'ispettore e le riflessioni di Fabrice Luchini, tutte orientate a identificare rapidamente un colpevole. Sfortunatamente, segue una fase meno coinvolgente (il processo e ciò che segue) che riprende vita con l'arrivo di Isabelle Huppert, la quale si diverte chiaramente a esagerare nel suo ruolo. La regia è adeguata, gli attori sono competenti e i titoli di coda molto piacevoli (senza contare i numerosi omaggi cinefili). In definitiva, è un'opera piacevole e cortese ma alquanto leggera, che si colloca tra le meno rilevanti del regista. François Ozon, partendo da un'opera teatrale già adattata per il cinema negli anni '30 e '40, crea una commedia intelligente, ma non irresistibile. Voto: 6+ [Sky]
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giovedì 8 febbraio 2024
Killers of the Flower Moon (2023)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Non un brutto film, anzi, vedendo quello che c'è in giro è decisamente sopra la media (d'altronde stiamo parlando pur sempre di Martin Scorsese), tuttavia tralasciando la perfezione dell'aspetto tecnico e le ottime interpretazioni di Leonardo DiCaprio e Robert De Niro (ma Lily Gladstone non è da meno), il film offre una storia sicuramente interessante (ai più, compreso me, sconosciuta) narrata con uno stile asciutto che senza troppi giri scava a fondo nella cattiveria dell'animo umano e porta sicuramente a riflettere lo spettatore, ma non si può negare che sia un film che le tre ore e mezza le fa sentire tutte. Ecco, Killers of the Flower Moon mi ha dato la sensazione di essere troppo dilatato, troppo lungo per la storia che si prefissava di narrare. Un film crudo, che mostra comunque bene quanto l'essere umano faccia schifo, girato ed interpretato ottimamente, ma purtroppo non un capolavoro e non privo (ahimè) di difetti, perché anche solo tagliare mezz'ora dal mio punto di vista avrebbe giovato e reso la pellicola più digeribile. Una pellicola epica a modo suo e coraggiosa nel non voler accelerare, ma con poco di memorabile, manca tra l'altro un po' di emozione. Però diamo a Scorsese quel che è di Scorsese, che dopo The Irishman fa di nuovo centro con questo grande film, che a fronte delle 10 candidature agli Oscar meriterebbe di vincerne alcuni. Voto: 7,5 [Prime Video]
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venerdì 22 dicembre 2023
Assassinio a Venezia (2023)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/12/2023 Qui - Il filo conduttore della trilogia di Poirot di Kenneth Branagh è la suggestione visiva che spesso supera un aspetto narrativo non proprio entusiasmante. Questo aspetto è confermato e amplificato dal terzo episodio in cui la location veneziana diventa a tutti gli effetti coprotagonista del film, al di là di qualche strafalcione storico evitabile e non necessario. La fotografia esalta il film che vira dalle parti dell'horror, sia pure soft e che comunque può contare su buone interpretazioni di un cast ispirato come il suo regista, che alla fine "confeziona" un'opera di buon livello (forse la migliore dei 3). Un'opera di ordinaria amministrazione, senza infamia e senza lode si lascia guardare, facile capire alcune intuizioni, ma è un giallo che tiene bene banco. Voto: 6+
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lunedì 27 novembre 2023
The Pale Blue Eye - I delitti di West Point (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/11/2023 Qui - Nel 1830 un brutale omicidio scuote la leggendaria accademia di West Point. Un astuto investigatore verrà affiancato nelle indagini da un giovane poeta di nome Poe. Tecnicamente molto curato, il nuovo film si Scott Cooper ci restituisce ancora (dopo Hostiles) un Christian Bale tormentato e intenso, magnetico protagonista di una vicenda che mescola in maniera intrigante intreccio giallo e aspetti esoterici in bilico tra credenza e superstizione. Qualche forzatura di trama non scalfisce un tutto sommato riuscito thriller di ambientazione storica. Sebbene lento, si fa seguire grazie a una narrazione chiara che mette i fatti uno dietro l'altro senza parentesi inutili (bella ambientazione innevata, con uno stile retrò che crea un'atmosfera ispirata). Il twist finale è disonesto (seppur sorprendente) ma affrontato con la giusta drammaticità. Merita senz'altro una visione. Voto: 6,5
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giovedì 26 ottobre 2023
L'ultima notte di Amore (2023)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/10/2023 Qui - Ultima notte di lavoro per il poliziotto stritolato in un brutto tranello: trappola inestricabile e collo d'imbuto in cui finiscono fili diversi della sua vita. Discreto film cupo e incalzante, appagante sotto ogni profilo, da quello più spettacolare (il magnifico volo d'uccello dei titoli di testa, la strage nel tunnel) alle sottigliezze psicologiche ed interpretative (fantastico come sempre Pierfrancesco Favino, sugli scudi Linda Caridi), con il tema di fondo della labile soglia tra legge e illegalità. Mezzo voto in meno per: dialoghi sovente incomprensibili, troppe inverosimiglianze, il finale moralistico. Andrea Di Stefano dopo Escobar: Paradise Lost conferma il suo talento registico, con un film non perfetto ma di sicuro valore. Voto: 6,5
venerdì 29 settembre 2023
Decision to Leave (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/09/2023 Qui - Una regia di altissimo livello e una ben amalgamata coppia di protagonisti al servizio di questo notevole thriller sentimentale, che racconta un'ossessione amorosa senza rifugiarsi nelle facili scorciatoie dell'erotismo e del lacrimoso e che risulta efficace anche sul versante strettamente mistery, grazie a una sceneggiatura abbastanza complessa i cui nodi si sciolgono in uno struggente epilogo. Con un ritmo più serrato, e magari con un metraggio leggermente inferiore (i quasi 140 minuti di durata si sentono), saremmo dalle parti del capolavoro. Resta comunque un'opera avvincente da vedere ed apprezzare. E' insomma un buonissimo film, anche se non all'altezza di altri film di Park Chan-wook, gli manca appunto qualcosa per essere davvero ottimo, ma che bellezza ugualmente. Il suo ritorno dietro la macchina da presa non rappresenterà forse la sua vetta ma ne conferma in pieno la grandezza. Voto: 7
giovedì 31 agosto 2023
Diabolik - Ginko all'attacco! (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Fuori Luca Marinelli dentro Giacomo Gianniotti, mossa che forse nelle intenzioni dei registi (dei Manetti Bros) avrebbe dovuto dare maggiore brio alle vicende narrate. Purtroppo il risultato finale non migliora. Il nuovo Diabolik (sia film che attore principale) continua a non convincere, anche grazie a un cast in cui non uno si salva (il livello generale della recitazione è basso, e questo fa scendere di molto il valore della pellicola). Peccato perché lo straordinario inizio con la voce incredibile di Diodato faceva presagire un risultato complessivo molto diverso da quello effettivo. In termini di qualità delude quanto (se non più) il capitolo precedente, con una sceneggiatura alquanto elementare sia nel disegno dei personaggi, sia nei risvolti narrativi avari di sorprese e colpi di scena. La regia è corretta, ma brilla meno che altrove, si apprezza invece la valida ricostruzione degli anni '60. Voto: 5,5
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lunedì 31 luglio 2023
Amsterdam (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2023 Qui - E' buono lo spunto di Amsterdam, una storia che potrebbe coinvolgere e che in qualche modo rimanda anche ai nostri giorni pur essendo ambientata a cavallo tra le due guerre. Esteticamente è ineccepibile, poco da dire (bellissimo nell'ambientazione, fotografia e costumi), peccato che il film venga buttato alle ortiche perché mi può star bene la perfezione formale, tuttavia la narrazione è frammentaria, piena di divagazioni che stravolge la sua linearità. Al regista David O. Russell piace da sempre mettere molta carne sul fuoco ma stavolta esagera, trasformando un buon incipit in un minestrone di trame e sotto-trame di difficile digestione. Cast di super grido ma senza mordente come la storia narrata, purtroppo, destinata ad essere dimenticata appena terminata la visione. Il tanto bistrattato Joy era decisamente un film migliore di questo, di un film tanto deludente quanto criticabile. Voto: 5,5
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giovedì 13 luglio 2023
Piramide di paura (1985)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/07/2023 Qui - Divagazione originale e piuttosto riuscita sulle gesta del giovane Holmes (insieme al fido Watson) alle prese con una setta egiziana. Mi aveva fatto una buona (ma non eccezionale) impressione quando lo vidi da ragazzino, adesso, tutto sommato, confermo abbastanza quella prima sensazione. Buona pellicola, con un trio di nomi importanti alla regia, alla sceneggiatura e alla produzione (si parla di Barry Levinson, Chris Columbus e Steven Spielberg), per compensare un cast privo di nomi di grido (ma che fa il proprio dovere). Film (d'avventura per ragazzi) che riesce a mantenere sempre un buon ritmo (a parte nella seconda parte dove cala leggermente) ed una discreta tensione (tra slanci ironici, momenti vicini al fantahorror, templi maledetti e antichi egizi) e che si fa apprezzare anche per l'uso di ottimi effetti speciali (almeno per l'epoca) e di una discreta colonna sonora. Ineccepibile pure la ricostruzione scenografica della Londra vittoriana. Comunque credo proprio che sia palese una netta somiglianza, per certi aspetti, con i film di Indiana Jones e di Harry Potter. Qualche lungaggine ma nel complesso un buon lavoro, un lavoro apprezzabile che scorre via senza scadere in facili ruffianerie o banalità. Voto: 7
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venerdì 30 giugno 2023
Enola Holmes 2 (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Un seguito migliore del suo originale grazie ad un ritmo più sostenuto ed una molto più articolata trama che rimane comunque lineare da seguire. Una visione piacevole, le nuove avventure di Enola (Millie Bobby Brown ormai a suo agio) si inseriscono nel solco inaugurato dalla precedente pellicola, comprese le frequenti rotture della quarta parete. Nel suo complesso questo sequel è (più) godibile e la forte componente femminista del film, già (troppo) presente nel primo, qui trova invece senso perché sono i personaggi femminili ad imprimere sale e veridicità nella storia. Inoltre David Thewlis come antagonista da quel qualcosa in più al film, anche troppo, perché ogni sua apparizione ruba la scena a chiunque (la ricostruzione della Londra vittoriana è visivamente curata anche se talvolta artificiosa). Migliore come detto, ma pur sempre un qualcosa che non oltre all'onesto intrattenimento. Voto: 6
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venerdì 16 giugno 2023
L'uccello dalle piume di cristallo (1970)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Dario Argento esordisce alla regia con questo discreto giallo, avvincente e con adeguati e ripetuti colpi di scena, animato da cupa tensione e formidabili atmosfere "darkeggianti". I suoi cinquant'anni (e più) li dimostra tutti ma, va detto, se li porta molto bene. La trama è sviluppata a dovere (seppur non tutto è impeccabile, ed a livello di sceneggiatura ci sono delle forzature ed inverosimiglianze), la musica, come sempre (ma non sempre sempre) nei film di Argento, rappresenta un valore aggiunto, quasi un personaggio essa stessa, da cui lo spettatore difficilmente riesce a staccarsi, in questo caso poi si parla di Ennio Morricone, che ci propina una colonna sonora deliziosamente inquietante, come alcune scene del film. Forse il punto debole della pellicola è nella recitazione, nonostante gli attori fossero tutti di gran fama, pare quasi che il nostro regista (che aveva le idee chiare all'inizio, ma ultimamente non tanto, come dimostra l'orrido Occhiali neri) preferisse concentrarsi su altro (luci, atmosfere, zoomate, primi piani etc.) piuttosto che sulle inclinazioni ed inflessioni recitative degli attori. Ad ogni modo, film (più che buono, ma non eccezionale al pari di altri) che si vede e rivede assai volentieri. Voto: 7-
venerdì 16 dicembre 2022
Occhiali neri (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2022 Qui - Poca roba, pochissima, stupisce il lato tecnico pessimo, e del tutto inefficace, compresa regia, fotografia e colonna sonora.
Occhiali neri è, per dirla in maniera schietta, una gigantesca
cavolata, con una sceneggiatura colabrodo (la sagra della banalità,
killer scoperto dopo 5 minuti), dialoghi al limite
dell'imbarazzante, scene che invece superano la soglia dell'imbarazzo
totale, un livello attoriale mediocre, visto che l'Ilenia Pastorelli
quando è costretta a rinunciare al romanesco è, assolutamente,
inascoltabile, e una messa in scena priva di appeal che invece di
appagare lo spettatore gli urta ai nervi in un modo incredibile. Alla
scena dei serpenti d'acqua, per esempio, non sapevo se ridere o provare
vergogna per chi l'ha scritta e ideata, ma è tutto il film che fa
decisamente pietà e non lascia nessuna speranza affinché l'ex buon Dario
Argento possa riprendersi e, magari, tornare a fare del cinema decente.
Voto: 3,5
mercoledì 31 agosto 2022
Assassinio sul Nilo (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Kenneth Branagh tenta di bissare il successo dell'Orient Express riadattando un altro classico della Agatha Christie già portato sullo schermo più volte, ma se nel 2017 è riuscito a vincere facile (pur restando diverse spanne sotto rispetto al cult di Sydney Lumet) grazie ad un cast all-star e ad una trama gialla fra le più belle della storia del genere, qui non si può dire altrettanto, con un intreccio molto meno appassionante e un cast, Annette Bening a parte, di volenterosi ma insipidi "sconosciuti". Inutile e pernicioso il tentativo (del Branagh regista) di umanizzare (il Branagh attore) Poirot inventandogli un passato traumatico con tanto di incidente di guerra e amore perduto, il fascino del personaggio sta proprio nel suo essere "disumano", impermeabile ai sentimenti e alle passioni terrene, che lo mette sempre al di sopra delle parti e gli permette di avere un punto di vista non inquinato sulle varie situazioni che lo circondano. Sarà pure di buon intrattenimento, ma il passo indietro è evidente (un remake decisamente inferiore all'originale). L'eccellente comparto tecnico salva (in corner) la baracca. Nel complesso, un film apprezzabile dal quale mi aspettavo molto di più. Voto: 6
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martedì 31 maggio 2022
Diabolik (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2022 Qui - Non ho mai letto il fumetto italiano (il mio unico punto di contatto
Arriva Dorellik del 1967, così per dire) ma da semplice spettatore mi
sono chiesto se veramente la personalità del famigerato ladro sia cosi
fredda, passiva e senza sentimenti, lo è, però non mi aspettavo che
fosse pure un pochino fesso. Diabolik, ultima fatica dei Manetti Bros.,
tratto da uno dei primi
episodi del fumetto, è un film che si preoccupa soprattutto di omaggiare
l'opera partorita della mente delle sorelle Giussani, attraverso una
messa in scena fedelissima alle tavole e che risponde ad una precisa
volontà del duo in regia, una scelta tuttavia solo in parte riuscita,
convinta e convincente. Il problema di Diabolik non è (solo) il miscasting
(l'unica davvero
ottima è Miriam Leone nei panni di Eva Kant), ne la bassa lega dei
comprimari, ma il pathos che affoga minuto dopo minuto: troppo lento il
ritmo, dilatato a causa di insistiti dialoghi e primi piani
notevolmente stucchevoli. L'azione purtroppo latita, ed è un peccato,
perché nell'incipit si intravede quanto si poteva spingere
sull'artigianato di stunt ed effetti, ed invece Diabolik, supereroe
senza poteri, resta una chimera per chi non conosce il fumetto. Nel
complesso comunque il film è gradevole, ma mi aspettavo di più.
Solamente una sufficiente trasposizione da parte dei Manetti Bros., che
paradossalmente firmano con questo film il loro miglior prodotto. Voto: 6
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giovedì 30 settembre 2021
In Darkness - Nell'oscurità (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2021 Qui - Una pianista cieca assiste all'uccisione della figlia di un sadico politico bosniaco: trame che si intrecciano più o meno banalmente, mantenendo solo saltuariamente una buona tensione. Un thriller di intrattenimento (non particolarmente originale) che deve tutto a Natalie Dormer, lei regge l'intera sceneggiatura che non è priva di cali, anzi (i personaggi sono psicologicamente statici e per questo discretamente prevedibili). La confezione di certo non dispiace, ma il film non graffia, e soprattutto non decolla mai. Nella seconda metà del film si dipanano i colpi di scena ma, paradossalmente, è anche la parte più statica e con meno interesse. L'inizio invece prometteva cose migliori di quelle che poi effettivamente ha offerto. Per essere efficace, un twist deve sorprendere ma anche risultare congruente con quanto mostrato in precedenza, qui non accade e questo compromette la resa di un film che fino ad allora era risultato una variazione interessante sul tema della donna cieca in pericolo grazie all'innesto di risvolti complottistici su un retroterra drammatico con connesso piano di vendetta. Nell'insieme è un thriller action guardabile, soprattutto grazie alla prova della protagonista (il resto del cast è solo funzionale), ma a conti fatti si fatica a lasciarsi coinvolgere fino in fondo e il calo di intensità e di qualità si nota e si evidenzia con un voto non propriamente positivo. Voto: 5,5
venerdì 17 settembre 2021
Fino all'ultimo indizio (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2021 Qui - Non mi ha convinto del tutto, un noir che sembra non decollare e appassionare mai, nonostante le buone premesse, date dal cast, dal nome in regia, e dal resto. Una trama intricata e che richiama nemmeno troppo velatamente il (ben migliore) Se7en di David Fincher. Poliziesco d'altri tempi che scava sotto la polvere dei ricordi e degli errori personali per trattare i classici temi del dovere e della colpa. Bella confezione ma personaggi abbastanza stereotipati: Rami Malek è (purtroppo) fuori parte, Denzel Washington resta (stranamente) a galla grazie al suo carisma. L'unico che si salva è l'ambiguo (fino alla fine ed all'ultimo indizio) Jared Leto. Passi indietro nella filmografia di un buon regista come John Lee Hancock (si ricordi di The Founder) che fidandosi troppo di un cast importante si limita a fare il compitino mostrando la solita storia della caccia al killer psicopatico. I rimandi al film di cui sopra sono palesi, anche per come finisce il film. Ecco forse il lato migliore della pellicola sta proprio nella sua parte finale, forse un po' diversa dal solito (non necessariamente in positivo), ma fino a quel momento più di un'ora di film con il pilota automatico. Perché sì, thriller psicologico che lascia incollati alla poltrona ma che purtroppo sa di minestra sapientemente riscaldata. Non lo butterei comunque, però difficilmente rivedrei. Voto: 5,5
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venerdì 21 maggio 2021
Solamente nero (1978)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/05/2021 Qui - Buon film giallo sull'onda di Dario Argento, il titolo Solamente nero è in chiara opposizione a Profondo rosso, da cui oltretutto parrebbe ispirarsi, anche se i modelli sono più di uno. Ci sono alcuni momenti ben girati con una discreta suspense, in questo si vede la buona mano del regista Antonio Bido, una mano solida e curata, con un certo gusto estetico. L'intreccio, a dire il vero, non è solidissimo e chiarissimo, bisogna fare qualche sforzo per far quadrare tutti i conti. Il twist finale non è male architettato, in precedenza però la pellicola offre parecchi momenti di stanca e digressioni che dilatano fin troppo avvenimenti tutt'altro che fondamentali per la comprensione del contesto. Venezia è sfruttata bene, ma secondo me è un po' troppo luminosa per un thriller nero. Abbastanza ben caratterizzati ho trovato i personaggi di contorno, tutti tipi loschi e poco di buono, che hanno scheletri nell'armadio. Si avvale di un gruppetto di buoni interpreti (tra i quali spicca Craig Hill, pregnante nel ruolo del prete) e di un'ottima fotografia che sa immergere lo spettatore nelle atmosfere del film. Poco sfruttata la risorsa della piccola comunità rurale che sembra celare segreti indicibili, nello specifico è facile pensare a La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati e non solo per la presenza di Lino Capolicchio (a proposito di ciò il suo arrivo in città sembra preso pari pari da quel film, ma siamo in treno e non su un battello e lei è la Stefania Casini e non la Francesca Marciano, e tuttavia gnocche entrambi). Purtroppo quell'ostile sentore resta troppo sullo sfondo, come è blando l'attacco ai poteri forti, messi alla berlina senza adeguato approfondimento (la colonna sonora poi non è fra le migliori sentite in questo tipo di film). Altra pecca è la piatta confezione degli omicidi, perpetrata dal solito assassino di nero vestito. Per essere un film di quegli anni, c'è poco sangue. La scena della vecchia bruciata viva, però, è raccapricciante. In complesso il film non è male (non troppo bello e non troppo brutto), gli manca solo quel qualcosa di indefinibile che ne avrebbe fatto una più che discreta pellicola. Così com'è è solo un buon film, un film non del tutto originale, ma copiato certamente con stile. Voto: 6,5
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Tutti i colori del buio (1972)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/05/2021 Qui - Dopo aver subito un violento trauma la bella Jane comincia da essere perseguitata da ricordi terrificanti legati alla sua infanzia. Sergio Martino apre questo suo thriller con una sequenza onirica davvero interessante e per tutto il film sfoggia una maestria non indifferente, ricorrendo spesso ad inquadrature sofisticate e optando per una messa in scena sicuramente suggestiva. L'introduzione ai vari argomenti è sulle prime molto incisiva con appetitosi richiami oscillanti tra realtà e presunte allucinazioni. Si genera una forte curiosità grazie al tentativo di disorientare lo spettatore a più riprese, cercando di forgiare una tensione attribuibile più a deliri mentali che a una tradizionale trafila di efferatezze. Tutti i colori del buio purtroppo perde di forza nella concatenazione degli avvenimenti, spesso riproposti con troppa ostinazione nell'ambito di uno script tortuoso e confuso in molti passaggi che pervengono piuttosto forzati. Tra congiure familiari e una setta satanica dedita a messe nere i fili si riannodano in maniera non proprio soddisfacente nel finale, alimentando così qualche perplessità di troppo. Il regista riesce comunque a concretizzare uno scenario stuzzicante facendo buon uso dei personaggi a disposizione, molto in parte Edwige Fenech, ovviamente sempre cortese nel deliziare lo sguardo con le sue prorompenti doti fisiche. Intorno la protagonista circolano molti volti noti del cinema anni '60/'70, tra cui un Ivan Rassimov con lenti cerulee, George Hilton e Susan Scott. E pur con qualche difetto, e pur qualche evidente debito con Rosemary's Baby di Roman Polanski, il film di Sergio Martino è un prodotto di buona fattura, un prodotto tutto sommato da vedere. Voto: 6+
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Una lucertola con la pelle di donna (1971)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/05/2021 Qui - Carol sogna quasi ogni notte di assassinare la libertina e provocante vicina di casa per la quale prova attrazione fisica e avversione al tempo stesso. Con sommo stupore apprenderà che le sue inquietudini oniriche si sono materializzate in quanto la dissoluta signora è stata realmente ammazzata. Le modalità dell'omicidio sono identiche a quelle del sogno e a complicare ulteriormente il tutto c'è il rinvenimento di alcuni suoi oggetti personali sul luogo del delitto. Un bel rompicapo che Lucio Fulci tiene in piedi fino alla fine con mestiere tra deliri allucinati e divagazioni a carattere horror. Notevole la scena con Florinda Bolkan aggredita da un branco di pipistrelli e soprattutto quando si ritrova in un laboratorio all'interno del quale alcuni cani vengono tenuti in vita in modo aberrante. Scena che cagionò a Fulci grattacapi di varia natura e una denuncia poi finita nel nulla perché il regista dimostrò la natura artificiale degli animali, nient'altro che trucchi ideati da quel genio di Carlo Rambaldi. La pellicola è un lungo gioco di specchi deformanti in cui la realtà viene manipolata di continuo. La capacità di sorprendere, l'inserimento di sequenze caricate di una psichedelia impetuosa sostenuta dalle martellanti note di Ennio Morricone, un intreccio compatto con sporadiche e perdonabili cadute di tono, fanno di Una lucertola con la pelle di donna un ottimo esempio di giallo all'italiana. Conquistano i vari depistaggi, intriga il modo composto con cui viene svelata l'identità dell'assassino, in modo non certo convenzionale per il genere e per l'epoca, in cui epiloghi brutali erano preferiti a spiegazioni verbali. C'è un sotto-testo pessimista facilmente individuabile che attacca certi ambienti borghesi denunciandone il falso perbenismo e l'ambiguità, allo stesso modo esce un ritratto giovanile deplorevole, perso tra droghe e assenza di valori. Il titolo bizzarro, ma non privo di logica, strizza l'occhio alla cosiddetta Trilogia degli animali di Dario Argento cercando di ricalcarne le fortune, in parte riuscendoci. In ogni caso gran thriller. Voto: 7
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