Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/10/2023 Qui - Ultima notte di lavoro per il poliziotto stritolato in un brutto tranello: trappola inestricabile e collo d'imbuto in cui finiscono fili diversi della sua vita. Discreto film cupo e incalzante, appagante sotto ogni profilo, da quello più spettacolare (il magnifico volo d'uccello dei titoli di testa, la strage nel tunnel) alle sottigliezze psicologiche ed interpretative (fantastico come sempre Pierfrancesco Favino, sugli scudi Linda Caridi), con il tema di fondo della labile soglia tra legge e illegalità. Mezzo voto in meno per: dialoghi sovente incomprensibili, troppe inverosimiglianze, il finale moralistico. Andrea Di Stefano dopo Escobar: Paradise Lost conferma il suo talento registico, con un film non perfetto ma di sicuro valore. Voto: 6,5
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giovedì 26 ottobre 2023
giovedì 31 agosto 2023
Diabolik - Ginko all'attacco! (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - Fuori Luca Marinelli dentro Giacomo Gianniotti, mossa che forse nelle intenzioni dei registi (dei Manetti Bros) avrebbe dovuto dare maggiore brio alle vicende narrate. Purtroppo il risultato finale non migliora. Il nuovo Diabolik (sia film che attore principale) continua a non convincere, anche grazie a un cast in cui non uno si salva (il livello generale della recitazione è basso, e questo fa scendere di molto il valore della pellicola). Peccato perché lo straordinario inizio con la voce incredibile di Diodato faceva presagire un risultato complessivo molto diverso da quello effettivo. In termini di qualità delude quanto (se non più) il capitolo precedente, con una sceneggiatura alquanto elementare sia nel disegno dei personaggi, sia nei risvolti narrativi avari di sorprese e colpi di scena. La regia è corretta, ma brilla meno che altrove, si apprezza invece la valida ricostruzione degli anni '60. Voto: 5,5
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sabato 31 luglio 2021
Lacci (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2021 Qui - Daniele Luchetti è un bravo regista a cui si devono piccoli gioiellini come l'ultimo Momenti di trascurabile felicità, ma questo film mi è piaciuto e mi ha convinto in parte. Tuttavia questo Lacci, tratto da un romanzo di Domenico Starnone, resta una prova interessante sotto molti punti di vista, in particolare per il gioco di incastri temporali svolto con bravura nel montaggio, eppure alla fine sembra più un compitino dove il regista appare un po' distratto, non completamente coinvolto o a suo agio. Su una durata di quasi due ore il film (in cui di certo allieta la presenza della bella Linda Caridi di Ricordi?) ha buone intuizioni, affascina dove riesce a trasmettere il dolente rovello di una crisi di coppia destinata a durare per circa trent'anni, ma la tenuta complessiva dell'opera è troppo discontinua e il finale piuttosto deludente le fa perdere ulteriori punti. Per quanto le due coppie Luigi Lo Cascio/Alba Rohrwacher e Silvio Orlando/Laura Morante recitino con apprezzabile impegno, non c'è sufficiente continuità tra le scene che li vedono impegnati, tanto che quando il salto temporale arriva neanche si capisce bene che stiamo assistendo agli stessi personaggi ormai invecchiati. Il finale con i due figli cresciuti e inaciditi è un'appendice che resta sostanzialmente superflua ed estranea alla storia, e colpisce principalmente nel mostrarci una Giovanna Mezzogiorno fisicamente devastata. Non vorrei essere troppo severo, ma il film rimane un'occasione parzialmente sprecata nonostante il buon livello professionale dei vari contributi tecnici ed artistici. Voto: 6
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sabato 21 novembre 2020
La famosa invasione degli orsi in Sicilia (2019)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/11/2020 Qui - Che bel dipinto, amaro e al tempo stesso vellutato, edificante per i ragazzi e ammonitore per gli adulti. Tratto dal romanzo di Dino Buzzati e doppiato dalle grandi voci di Toni Servillo, Antonio Albanese, Corrado Guzzanti ed il maestro Andrea Camilleri (e non solo), La famosa invasione degli orsi in Sicilia ha avuto bisogno di 6 anni di lavorazione per diventare quello che è: un bel lungometraggio animato d'autore in 2D, vintage nel gusto ed eterno nella tematica, come la penna che l'ha scritto. Il racconto di Buzzati è infatti una grande metafora della convivenza e viene brillantemente tradotto in immagini da Lorenzo Mattotti. Lo stile grafico è affascinante e restituisce una Sicilia inventata e suggestiva, con alte montagne e una prorompente natura. Altrettanto affascinanti e stilizzate le figure "viventi", animate in modo fluido e capaci di ergersi protagoniste di un racconto sulla tolleranza ricco di significato (la maturità per farci guardare dentro prima di puntare il dito contro l'altro e la leggerezza per farci guardare all'altro con un sorriso, o almeno provarci) e (appunto) ben doppiato, con un riuscito lavoro sulle diverse inflessioni dialettali. Non si può dire che ne risulti un'opera travolgente, ma sicuramente un'ottimo lavoro, meritevole di visione, e d'attenzioni, come fu per Gatta Cenerentola. Voto: 7
mercoledì 30 settembre 2020
Ricordi? (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2020 Qui - Prendi e lascia, tocca e fuggi: quante storie d'amore (amore?) sono fatte in questo modo, vivendo di tormenti e passioni, di memorie felici e traumatiche, di eccezionali momenti di armonia e feroci incomprensioni. Ricordi? prova a raccontarne una, piuttosto generica, ma incisiva e realistica nei toni e negli argomenti, e lo fa in maniera indubbiamente riuscita, al di là di qualche difettuccio minimale, sul piano estetico. C'è qualche assonanza nella storia con quella di Dieci inverni, pellicola d'esordio del regista Valerio Mieli e unica opera da lui diretta fino a questo film, ma Ricordi? brilla di luce propria anche e soprattutto grazie alle atmosfere ovattate che egli sceglie e riesce a imprimere al suo lavoro, dalla sceneggiatura (di cui è unico autore) alla messa in scena. Luca Marinelli in scena prevale su Linda Caridi, volto meno noto e probabilmente anche a ragione, senza toglierle nulla, ma riconoscendo le buone doti dell'attore romano (nei ruoli circostanti i nomi più importanti sono quelli di Camilla Diana, David Brandon e Giovanni Anzaldo). Contando che la storia non dice sostanzialmente niente di originale, il plusvalore finale del film deriva senz'altro dalle capacità del regista, che sceglie di raccontare per flashback soggettivi mantenendo però una patina soffocante di incomunicabilità, di inutilità sui personaggi e su tutta la storia. Voto: 6+
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