Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2022 Qui - Non ho mai letto il fumetto italiano (il mio unico punto di contatto
Arriva Dorellik del 1967, così per dire) ma da semplice spettatore mi
sono chiesto se veramente la personalità del famigerato ladro sia cosi
fredda, passiva e senza sentimenti, lo è, però non mi aspettavo che
fosse pure un pochino fesso. Diabolik, ultima fatica dei Manetti Bros.,
tratto da uno dei primi
episodi del fumetto, è un film che si preoccupa soprattutto di omaggiare
l'opera partorita della mente delle sorelle Giussani, attraverso una
messa in scena fedelissima alle tavole e che risponde ad una precisa
volontà del duo in regia, una scelta tuttavia solo in parte riuscita,
convinta e convincente. Il problema di Diabolik non è (solo) il miscasting
(l'unica davvero
ottima è Miriam Leone nei panni di Eva Kant), ne la bassa lega dei
comprimari, ma il pathos che affoga minuto dopo minuto: troppo lento il
ritmo, dilatato a causa di insistiti dialoghi e primi piani
notevolmente stucchevoli. L'azione purtroppo latita, ed è un peccato,
perché nell'incipit si intravede quanto si poteva spingere
sull'artigianato di stunt ed effetti, ed invece Diabolik, supereroe
senza poteri, resta una chimera per chi non conosce il fumetto. Nel
complesso comunque il film è gradevole, ma mi aspettavo di più.
Solamente una sufficiente trasposizione da parte dei Manetti Bros., che
paradossalmente firmano con questo film il loro miglior prodotto. Voto: 6
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