Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2022 Qui - Con la sua opera prima da regista, Viggo Mortensen costruisce un
racconto che fa della memoria il suo punto di maggior interesse.
Muovendosi tra i caotici ricordi del suo protagonista, egli fa emergere
la complessità di certi rapporti famigliari. Insieme al quasi
contemporaneo (ma obbiettivamente migliore) The Father analizza
la
malattia
degenerativa di un genitore, ma qui il piglio è decisamente più
intimista e la diatriba tra padre e figlio è molto accentuata. Un
diverso punto di visione interessante, ma non per questo preferibile o
più incisivo. Che Falling - Storia di un padre sia un film
ambizioso
non vi sono
dubbi. Meno certezze, invece, si hanno sulla sua effettiva riuscita (non
sempre il ritmo del film si rivela all'altezza del racconto).
L'esordio di Mortensen testimonia fin da subito la sua natura di film di
poesia (in opposizione a quello di prosa), contraddistinto da un
montaggio "sensoriale" che mette in comunicazione, senza soluzione di
continuità, presente e passato. Ma, nonostante le nobili e sincere
intenzioni, il film dà la sensazione di essere un fiore bellissimo
incapace di sbocciare. E alla fine, nonostante alcune sequenze comunque
efficaci e l'ottimo apporto del cast, si rimane con l'amaro in bocca.
Voto: 5,5
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