Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/05/2022 Qui - C'era una certa fremente attesa per il ritorno in regia del messicano
Guillermo Del Toro, dopo il successo ed i premi de La forma dell'acqua
del 2017, e purtroppo questo suo film (remake dell'omonimo noir di
Edmund Goulding) parzialmente le delude. Non posso fare paragoni con
l'originale del '47 perché non l'ho visto ma il film di Del Toro è come
un viaggio sulle montagne russe tra alti e bassi. Se tecnicamente e
visivamente egli sa infatti mettere in piedi uno spettacolo per gli
occhi, dal punto di vista narrativo paga pegno ad una certa
discontinuità e prevedibilità delle situazioni. La parte iniziale, con
il circo e i suoi strambi occupanti (non a caso perfettamente a fuoco
con l'estetica del regista), pare più frizzante e coinvolgente, con in
prima linea Willem Dafoe, Toni Collette e il primo Bradley Cooper
versione ruspante. Con il prosieguo, il trasferimento nelle atmosfere
sciccose newyorchesi e il Bradley Cooper in chiave decisamente più noir e
tragica, la storia perde mordente e appare tirata per le lunghe. Il
gioco va difatti per le lunghe e le due ore e mezza di durata si fanno
sentire. Alla fine i pregi superano i difetti questo è certo, ma mi
aspettavo comunque qualcosa di più perché il materiale messo a
disposizione era davvero interessante, e qualche taglio avrebbe
sicuramente giovato, con tutto il rispetto per la sempre fantastica Cate
Blanchett. Al di là di tutto il film sembra infatti a più riprese
sfilacciato, come se i rapporti tra i personaggi non riuscissero a
consolidarsi col passare del tempo. Anche le scene più drammatiche, di
conseguenza, appaiono riuscite solo a metà. A colpire, invece, è senza
ombra di dubbio l'atmosfera, e il beffardo finale. Non male, ma neanche
tanto bene. Voto: 6
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