Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/05/2022 Qui - L'inferno della tossicodipendenza e rapporto madre/figlia. Il film si
fonda sull'interpretazione delle due attrici e l'affiatamento fra la
Glenn Close e la Mila Kunis è molto buono. Il tossico dipendente è una
bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento e siamo
sempre sul sottile confine tra volontà di uscire dal tunnel e tentativo
manipolatorio della figlia nei confronti della madre. La storia è già
rivista, ma tutto sommato ben raccontata ed attenta nel non scivolare
nel retorico o nello straziante in maniera gratuita. Per quanto sorretto
da struttura piuttosto convenzionale, non dissimile a prodotti
mediamente televisivi un po' usa e getta, Quattro buone giornate ha
infatti il merito di essere sorretto da una sceneggiatura che evita
facili ricatti melodrammatici, attenendosi ad un realismo che riesce a
focalizzare piuttosto verosimilmente l'incubo di una dipendenza che
genera derive esistenziali difficilmente dirimibili. Rodrigo Garcia (che
ha già usufruito del talento della grande diva altre volte e in diverse forme e vesti) dirige con
professionalità un film che non brilla per qualità tecniche
particolarmente evidenti, un film a tratti intenso e coinvolgente, anche
se più spesso frenato da eccessiva verbosità su questioni marginali. Un
film nella media e certamente interessante (non mancano comunque le forzature) ma che se non fosse stato
nominato agli Oscar (peraltro per la canzone originale, neanche poi così
tanto eccezionale) non avrei sicuramente visto, dopotutto di memorabile non c'è praticamente niente. Voto: 6
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