martedì 17 maggio 2022

Quattro buone giornate (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/05/2022 Qui - L'inferno della tossicodipendenza e rapporto madre/figlia. Il film si fonda sull'interpretazione delle due attrici e l'affiatamento fra la Glenn Close e la Mila Kunis è molto buono. Il tossico dipendente è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento e siamo sempre sul sottile confine tra volontà di uscire dal tunnel e tentativo manipolatorio della figlia nei confronti della madre. La storia è già rivista, ma tutto sommato ben raccontata ed attenta nel non scivolare nel retorico o nello straziante in maniera gratuita. Per quanto sorretto da struttura piuttosto convenzionale, non dissimile a prodotti mediamente televisivi un po' usa e getta, Quattro buone giornate ha infatti il merito di essere sorretto da una sceneggiatura che evita facili ricatti melodrammatici, attenendosi ad un realismo che riesce a focalizzare piuttosto verosimilmente l'incubo di una dipendenza che genera derive esistenziali difficilmente dirimibili. Rodrigo Garcia (che ha già usufruito del talento della grande diva altre volte e in diverse forme e vesti) dirige con professionalità un film che non brilla per qualità tecniche particolarmente evidenti, un film a tratti intenso e coinvolgente, anche se più spesso frenato da eccessiva verbosità su questioni marginali. Un film nella media e certamente interessante (non mancano comunque le forzature) ma che se non fosse stato nominato agli Oscar (peraltro per la canzone originale, neanche poi così tanto eccezionale) non avrei sicuramente visto, dopotutto di memorabile non c'è praticamente niente. Voto: 6

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