Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Ciò che mi ha destato l'attenzione l'occhio è il regista Harry Bradbeer, cioè lo stesso della serie Fleabag. Il meccanismo in Enola Holmes, i continui ammiccamenti e sfondamenti della quarta parete è un'espediente che viene preso pari pari da quella serie, solo che i risultati non sono certo gli stessi. Ironia all'acqua di rose invece di quella tagliente della serie. La storia, anche per come è narrata, aveva delle enormi potenzialità, che tuttavia non vengono sfruttate al meglio, si percepisce che l'opera è meno incisiva di quanto avrebbe potuto essere e non risulta del tutto realizzata. E poi, oggi va tanto di moda insistere su questo femminismo, su questo girl-power, va bene, va bene, lo abbiamo capito, ora basta! Condizionare una intera pellicola su questo argomento alla fine è solo una forzatura. Ne viene fuori un film carino e godibile (quella che funziona è la faccia tosta della giovane e bravissima protagonista Millie Bobby Brown, la quale tiene sulle sue spalle gran parte dell'opera) ma che non supera la sufficienza, avrebbe potuto essere molto meglio. Voto: 5,5
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