Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Rispetto ad opere passate, nelle quali Edgar Wright sapeva fondere a meraviglia forma e contenuto (basti pensare a Baby Driver - Il genio della fuga), in quest'ultima la sceneggiatura non è all'altezza della vibrante regia, che regala momenti indimenticabili (soprattutto nella fascinosa ricostruzione della swinging London). Forse un po' troppo derivativo per emozionare (le influenze Argentiane sono evidenti, sia in talune scelte fotografiche sia per quanto riguarda elementi della storia) fino in fondo, ma esaltante nella scelta dei pezzi (la versione di Cilla Black del capolavoro Bindiano "Il mio mondo"). Inizia come un dramma onirico-psicologico, per poi sfociare sempre più in un thriller dal sapore sovrannaturale (ad un certo punto non si capisce bene che binari percorra). Se la storia infatti, non priva di qualche ingenuità, non è del tutto originale, la forma è assolutamente inappuntabile. E l'aspetto visivo è la migliore freccia all'arco di un film che appaga e delizia appieno l'occhio (anche per la presenza di Anya Taylor-Joy) ma che lascia un po' di amaro in bocca (convince meno sul piano narrativo per una serie di smagliature nella trama e qualche personaggio poco centrato). Buono, senza gridare al miracolo. Voto: 6
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