Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Se Tom McCarthy ci aveva strabiliato con il precedente film (Il caso Spotlight), qui la sua conversione a una storia più sofferta e per certi versi più europea non sortisce gli effetti sperati. Valicare le due ore di durata si rivela infatti un'impresa abbastanza difficile e che l'esperienza interiore del protagonista, un Matt Damon quasi sempre in scena, da sola non riesce a sostenere. A tratti sembra qualcosa di televisivo, anche se questo non significa che la fattura sia poco curata. Manca però un vero coinvolgimento e nessuna performance è memorabile. Un film non del tutto riuscito, un dramma solido ma pesante, a tratti quasi didascalico e non esente da passaggi sentimentali ricattatori, al quale avrebbe giovato una maggiore concisione. Buono comunque l'epilogo malinconico anche se nel segno di un ritrovato rapporto padre/figlia. Insomma, un film potenzialmente interessante (sorvolando sull'operazione "Amanda Knox", perché il film è anche quello) ma che si porta dietro tutti i difetti di un certo cinema "medio" contemporaneo statunitense. Voto: 5,5
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