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lunedì 30 settembre 2024

I film del mese (Settembre 2024)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 30/09/2024 Qui - Questo mese, le mie scelte cinematografiche si sono focalizzate esclusivamente sul catalogo in continuo aggiornamento di Prime Video. Sorprendentemente, nessuno dei film visionati è in scadenza nei prossimi 30 giorni, garantendo così completa libertà di visione. Per quanto riguarda i quattro film dell'angolo "Vintage", che ritorna dopo un po' di tempo e che da ora in poi accompagnerà i film più "moderni", tutti sono disponibili ma attraverso canali alternativi. "Il gatto a nove code" è disponibile su Prime Video e anche su "Plex" (dove si trova anche "4 mosche di velluto grigio"), ma in lingua inglese. Su YouTube, invece, è possibile trovare "Una sull'altra" in italiano, e lo stesso vale per "Non si sevizia un paperino", ma su Dailymotion. Questi ultimi quattro film sono stati scelti per un motivo specifico: fanno parte dello speciale "Thriller all'italiana anni '70". Questa è l'occasione per vedere due film ciascuno di due maestri del cinema italiano, Dario Argento e Lucio Fulci, già menzionati in precedenza. Ci saranno altri speciali e molti altri film verranno discussi, ma per ora vi auguro una buona lettura e visione di questi.

Promare (Animazione/Sci-fi/Azione 2019) - "Promare" rinnova il genere mecha con animazioni straordinarie e vivaci, ma la trama lascia a desiderare. Il film, ambizioso, si ispira a capolavori dell'animazione giapponese come "Akira" e "Metropolis", e rende omaggio al cinema sci-fi americano, da "Elysium" a "Transcendence". Questo insieme di idee crea un mix stupefacente di creatività, tuttavia si perde tra mutazioni genetiche, viaggi interdimensionali e robot giganti, diventando troppo complesso. Nella sua parte finale, "Promare" non trova un epilogo convincente, ricorrendo a colpi di scena per prolungare la storia. L'epilogo, raggiunto non senza difficoltà, sembra infantile e maldestro, lasciando lo spettatore confuso. Promare, un film godibile per lo stile e l'animazione spettacolare, insipido ed inconsistente per il resto. Voto: 6

Bingo Hell (Horror/Commedia 2021) - Una commedia horror che rielabora senza originalità (un po' di "slime" nelle scene principali non è sufficiente a definire lo stile) le consuete lezioni sull'avidità e sull'importanza dei legami affettivi. Nel complesso è piacevole, anche se si deve riconoscere che, a parte qualche scena gore, c'è davvero poco di horror: manca la tensione e non c'è un'atmosfera inquietante o almeno minacciosa. Dà l'impressione di essere un horror leggero per ragazzi (anche se i personaggi sono anziani, come in VFW), con figure molto esagerate e un finale che sfiora il cartoonesco. Privato di arte e sostanza, ci lascia solo il sorriso del malefico Richard Drake. Voto: 5,5

La mappa delle piccole cose perfette (Romantico/Commedia 2021) - Un altro film che indaga il tema del rivivere lo stesso giorno. Presenta due protagonisti che si integrano bene e affrontano il problema sin dall'inizio; la trama, ispirata a un libro dello sceneggiatore, percorre una via romantica e rilassante, evitando di introdurre elementi nuovi ma concentrandosi sull'esperienza e il godimento del momento. È anche un commovente dramma sull'affrontare le avversità della vita senza evitarle. Il finale potrebbe non essere del tutto logico, ma questo non pregiudica la qualità del film. Un film modesto, ma che merita un giusto riconoscimento. Voto: 6

L'ultima volta che siamo stati bambini (Commedia/Dramma 2023) - Claudio Bisio fa il suo esordio alla regia con una fiaba sensibile che trasforma il dramma della deportazione degli ebrei romani in un'avventura educativa, vista attraverso gli occhi dei giovani protagonisti, con evidenti riferimenti a "Stand By Me" e "Jojo Rabbit". Il film brilla quando si focalizza sulla loro prospettiva, sostenuto da interpretazioni autentiche, ma perde di efficacia nel racconto degli adulti che cercano di ritrovarli. Sebbene non sia straordinario, è comunque piacevole, pur non essendo particolarmente commovente o esilarante. La rappresentazione dell'Italia in quel periodo è affascinante, sebbene un po' didattica e prevedibile. È un'opera di qualità che mostra l'impegno di Bisio in un progetto che si differenzia dalle solite commedie italiane. Voto: 6

Jolt - Rabbia assassina (Azione/Commedia 2021) - Superiore a molte opere dello stesso genere, è piacevole e ben realizzato, anche se si deve riconoscere che la protagonista (una rediviva Kate Beckinsale) eccelle più nelle scene ironiche che in quelle drammatiche, non riuscendo a trasmettere l'idea di un personaggio realmente sofferente. Il senso di déjà-vu è palpabile, dalle coreografie di combattimento alle scene d'azione, ma il tutto è presentato in chiave femminile, come in Gunpowder Milkshake. La trama presenta delle improbabilità, ma sono accettabili dato il contesto ludico, con un finale prevedibile che non spicca per originalità ma è comunque accettabile (forse un po' sbrigativo). Sorprendentemente meno fastidioso del previsto, il film intrattiene e può essere guardato senza aspettative eccessive. Voto: 6

venerdì 16 giugno 2023

Dèmoni 2... L'incubo ritorna (1986)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 Qui - Pur sempre con evidenti limiti ma migliore del primo. Sarà forse per il fatto che le mie aspettative erano veramente basse, ma a me è piaciuto più di Dèmoni. Squadra che vince non si cambia e così Lamberto Bava usa gli stessi sceneggiatori ed alcuni membri del cast precedente per confezionare subito il sequel del suo film di maggior successo, ora la regia è più elaborata ed oserei dire raffinata, pure i trucchi migliorano e la musica è sempre all'altezza. Anche in questo caso non manca l'ironia come la sequenza di Nancy Brilli che combatte contro il demonietto (o meglio dire Gremlin) e Bava addirittura cita da maestro AlienLa Cosa e Videodrome (da antologia la scena del demone che esce dallo schermo mentre la stanza della prima vittima Coralina Cataldi Tassoni viene inondata di flash). La trama è sempre quella, solita epidemia, mostri e gente che tenta in ogni modo di sopravvivere, l'originalità è pari quasi allo zero ma il film riesce ad essere maledettamente divertente ed anche abbastanza coinvolgente. Azzeccata anche l'ambientazione, un'enorme palazzo. Buchi di sceneggiatura e situazioni insensate non mancano, ma i vari agguati sono ben gestiti e il film non annoia mai (e ci mancherebbe altro). Voto: 6+

L'uccello dalle piume di cristallo (1970)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2023 QuiDario Argento esordisce alla regia con questo discreto giallo, avvincente e con adeguati e ripetuti colpi di scena, animato da cupa tensione e formidabili atmosfere "darkeggianti". I suoi cinquant'anni (e più) li dimostra tutti ma, va detto, se li porta molto bene. La trama è sviluppata a dovere (seppur non tutto è impeccabile, ed a livello di sceneggiatura ci sono delle forzature ed inverosimiglianze), la musica, come sempre (ma non sempre sempre) nei film di Argento, rappresenta un valore aggiunto, quasi un personaggio essa stessa, da cui lo spettatore difficilmente riesce a staccarsi, in questo caso poi si parla di Ennio Morricone, che ci propina una colonna sonora deliziosamente inquietante, come alcune scene del film. Forse il punto debole della pellicola è nella recitazione, nonostante gli attori fossero tutti di gran fama, pare quasi che il nostro regista (che aveva le idee chiare all'inizio, ma ultimamente non tanto, come dimostra l'orrido Occhiali neri) preferisse concentrarsi su altro (luci, atmosfere, zoomate, primi piani etc.) piuttosto che sulle inclinazioni ed inflessioni recitative degli attori. Ad ogni modo, film (più che buono, ma non eccezionale al pari di altri) che si vede e rivede assai volentieri. Voto: 7-

venerdì 16 dicembre 2022

Occhiali neri (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2022 Qui - Poca roba, pochissima, stupisce il lato tecnico pessimo, e del tutto inefficace, compresa regia, fotografia e colonna sonora. Occhiali neri è, per dirla in maniera schietta, una gigantesca cavolata, con una sceneggiatura colabrodo (la sagra della banalità, killer scoperto dopo 5 minuti), dialoghi al limite dell'imbarazzante, scene che invece superano la soglia dell'imbarazzo totale, un livello attoriale mediocre, visto che l'Ilenia Pastorelli quando è costretta a rinunciare al romanesco è, assolutamente, inascoltabile, e una messa in scena priva di appeal che invece di appagare lo spettatore gli urta ai nervi in un modo incredibile. Alla scena dei serpenti d'acqua, per esempio, non sapevo se ridere o provare vergogna per chi l'ha scritta e ideata, ma è tutto il film che fa decisamente pietà e non lascia nessuna speranza affinché l'ex buon Dario Argento possa riprendersi e, magari, tornare a fare del cinema decente. Voto: 3,5

mercoledì 30 novembre 2022

La setta (1991)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2022 Qui - Indubbiamente derivativo dalle ben più famose pellicole di John Carpenter e Roman Polanski sul medesimo genere, quello che differenzia la pellicola dai suoi predecessori è un'indubbia rilettura del tema in chiave onirica: Michele Soavi sfrutta un soggetto di Dario Argento per dirigere un film che vive di immagini e suggestione visive (La chiesa non è distante da questa cifra stilistica). Eppure La setta non brillerà per originalità in alcune situazioni, ma comunque fa il suo sporco lavoro, soprattutto nella prima parte, e Soavi dietro la macchina da presa dimostra, come spesso succede, il suo valore, soprattutto con le immagini e le tecniche di ripresa. Talvolta confusionario, La setta diventa molto atmosferico e onirico col passare del tempo, fino ad un finale un po' buttato lì (peccato). Discrete le interpretazioni, che solitamente, in questo genere di film, sono uno dei punti deboli (lo sono stranamente le musiche). In definitiva, La setta è il film di Soavi, che finora, mi ha convinto di meno. Un sufficiente low-budget tuttavia meritevole di una visione, però senza grosse aspettative. Voto: 6

sabato 30 aprile 2022

La chiesa (1989)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2022 Qui - Esempio ideale dei pregi e difetti del cinema horror italiano di quel periodo che nel bene o nel male era legato al nome di Dario Argento come regista e produttore. I pregi senza dubbio è la regia di Michele Soavi che conferma il talento, seppur solo in parte espresso, nel comunque non memorabile Deliria. Oltre a delle buone riprese, mette a frutto le atmosfere suggestive dalla chiesa e il livello degli attori pur non essendo nulla di trascendentale, è meno scarso del solito (anche il prologo, ambientato nel Medioevo, non è malaccio). I difetti stanno in una sceneggiatura che regge bene nella prima parte, apportando anche qualche piccolo elemento fantasy ben amalgamato, ma che mostra la corda nella seconda in cui tende a creare le premesse simili a Dèmoni di Lamberto Bava, senza peraltro svilupparle appieno. In poche parole tutto diventa più confuso e c'è un impantanamento generale in situazioni e personaggi al quale il finale cerca di mettere una pezza. Il film conserva comunque un grande fascino, grazie all'estetica, agli ottimi effetti speciali e alle varie citazioni artistiche e letterarie che ne rendono molto gradevole la visione. In conclusione, un buon film horror con qualche punto debole e qualche buco temporale qua e là. Voto: 6+

giovedì 9 settembre 2021

Dèmoni (1985)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/09/2021 Qui - Se non fosse per l'ultima mezz'ora Dèmoni sarebbe un pregevole splatter-movie, realizzato con mestiere e ben elaborato. La pellicola infatti comincia nel migliore dei modi, grazie ad una trama semplice e diretta, che pur non priva di ingenuità e frivolezze, si lascia seguire con entusiasmo (idea interessante sul cinema come luogo dove si compie la maledizione). Lamberto Bava ce la mette tutta dietro la macchina da presa, non è certo ai livelli del leggendario padre Mario (recentemente ho visto Gli orrori del castello di Norimberga), che tra l'altro cita con un chiaro omaggio a La maschera del demonio, ma non delude, forse aiutato anche da Dario Argento. Questi, accreditato come produttore e sceneggiatore, diresse probabilmente in prima persona alcune sequenze. Impossibile inoltre non notare in svariate scene l'utilizzo di luci e colori caratteristico della filmografia Argentiana. Il crescendo orrorifico è ben studiato, nulla di innovativo intendiamoci, ma la tensione regge anche quando il film entra nel vivo dell'azione. Gli effetti speciali sono di buon livello, come anche la colonna sonora, seppur questa, affidata ai Goblin ed a pezzi di note band hard rock, un po' stona (le orecchie). Il cast svolge il compito attestandosi sulla media di queste produzioni. Costituito da volti più o meno noti annovera, tra gli altri, il regista Michele Soavi e Natasha Hovey, starlette lanciata da Carlo Verdone, apparentemente destinata ad una magnifica carriera ed invece scomparsa ben presto nell'anonimato. L'ultima parte però è improponibile, si boccheggia alla ricerca di soluzioni scioccanti per chiudere in bellezza ed invece si scade in ridicolaggini di bassa lega. L'elicottero che si schianta all'interno del cinema, il protagonista che katana alla mano e moto sotto le chiappe affetta demoni a tutto spiano sono invenzioni fin troppo grottesche per poter essere considerate riuscite. Anche il finale è scontato, troppe analogie con i canonici zombie-movie e colpo di scena finale per nulla sconvolgente. A conti fatti non riuscitissimo, ma piuttosto divertente. Voto: 6

mercoledì 7 luglio 2021

Due occhi diabolici (1990)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/07/2021 Qui - Discreto film diretto da due mostri sacri del cinema come George A. Romero e Dario Argento ad omaggiare un maestro della letteratura come Edgar Allan Poe (originariamente gli episodi dovevano essere quattro, con un Stephen King e un John Carpenter in più, ma per fortuna o per sfortuna non se ne fece più nulla). Romero dirige il primo episodio, che si inspira al racconto "La verità sulla vicenda del signor Valdemar" per poi elaborarlo in modo molto personale. Il risultato non è dei più esaltanti, bene gli effetti, il finale (dove compare la solita critica al capitalismo tanto cara al regista), e la famosa scalinata con le urla dello sventurato Valdemar. Il ritmo invece non è molto alto e alcune scelte dell'autore americano non mi sono piaciute molto, la trama inoltre sa di già visto e alcune incongruenze concludono il quadro di un episodio godibile (in cui menzionare comunque la buona prova di Adrienne Barbeau, musa ed ex moglie di Carpenter) ma che poteva essere sviluppato meglio. L'episodio di Argento è più curato, e nel complesso risulta superiore al segmento precedente. La trama è maggiormente fedele all'opera originale ("Il gatto nero"), alcune scene sono davvero indovinate, Harvey Keitel è in grande forma (quasi in forma I duellanti) e la colonna sonora, elemento (a volte) costante nei film del regista romano, è discreta. La regia infatti riesce a regalare delle scene e delle sequenze interessanti ed affascinanti, riuscendo a mantenere alta la tensione e l'attenzione nello spettatore fino ad un finale veramente convincente (e gli effetti speciali curati da Tom Savini davvero ottimi). Purtroppo una parte centrale troppo confusionaria e tirata per le lunghe limitano la riuscita del prodotto. Nonostante ciò, strano ma vero, dal confronto fra i due cineasti, quello ad avere la sorte migliore è proprio il nostro connazionale (paradossalmente proprio colui accusato d'aver rovinato anni prima "Martin"). In generale quindi Due occhi diabolici è un film carino e da vedere, soprattutto per gli amanti (come me) dei due autori e dell'horror. Sfortunatamente nessuno dei due episodi riesce ad imprimere al meglio il marchio dello scrittore statunitense, e le trovate personali dei registi non riescono a colmare questa mancanza. Parecchie anche le défaillance, che vanno a inficiare sul prodotto nonostante alcuni colpi da maestro dei registi e le tante citazioni presenti. Voto: 6

lunedì 5 ottobre 2020

Phenomena (1985)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/10/2020 Qui - Un discreto film che, nonostante gli evidenti (immancabili) difetti di sceneggiatura, riesce a trasmettere fin dal primo minuto un elevato senso di angoscia e terrore, riconfermando l'incommensurabile genialità creativa di Dario Argento. Siamo sicuramente lontani dal livello di Profondo Rosso e soprattutto di Suspiria, ma Phenomena è comunque un bel film, un film dai contenuti interessanti (la diversità in primis) e con una discreta componente horror/splatter. La regia di Argento è memorabile (specialmente nella scena iniziale), così come la fotografia e la scenografia, elementi di spicco di quasi ogni suo film (il regista decide di ambientare tutto in una maestosa e sinistra scuola immersa nei selvaggi boschi svizzeri e questa scelta risulta vincente per trasmettere un senso di pericolo e solitudine perenni, è vero che questa impostazione potrebbe ricordare l'ambientazione di Suspiria molto da vicino, ma in questo caso vale il detto "squadra che vince non si cambia"). Degne di nota anche le prove attoriali, specialmente quella di Jennifer Connelly (già talentuosa e bellissima all'epoca, qui alla prima prova da protagonista), con Donald Pleasence che gli fa da spalla con consumato mestiere, mentre Daria Nicolodi non riesce del tutto a caratterizzare in maniera convincente un personaggio volutamente eccessivo e Dalila Di Lazzaro è relegata a un cameo tutto sommato inconsistente, oltre ad essere doppiata da un'altra attrice. Gli unici difetti di questo buonissimo film sono, come precedentemente detto, la sceneggiatura a tratti scricchiolante, ma comunque ben sviluppata (la trama infatti, malgrado assurdità clamorose e qualche rallentamento nella parte centrale, risulta piacevole e accattivante e vive il suo picco nel delirante finale terrorizzante e strampalato allo stesso tempo), il doppiaggio così così, e soprattutto la scelta di alcuni brani musicali (prevalentemente heavy metal) per niente attinenti alle scene dove sono stati inseriti. La colonna sonora dei Goblin, invece, è come sempre di un livello superiore alla media. In conclusione proprio non male questo film, un film di grande impatto e dalle idee interessanti che sa regalare (ancora) sani brividi. Voto: 7

Bellissimi coetanei (1985 Movies)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 05/10/2020 Qui - In occasione del Tag sui bellissimi coetanei cinematografici dello scorso anno, che consisteva nell'elencare i miei 10 film preferiti del 1985, l'anno della mia nascita (eccolo qui), ammettei, anche nominandoli, che alcuni titoli, anche importanti, di quell'anno, non avevo ancora visto. E così presi un impegno nel vedere quei film, recuperare appunto certi film da molti considerati cult o semplicemente bellissimi film. Di questi alcuni ho visto durante quest'anno appena trascorso (era luglio 2019), e sicuramente continuerò a vedere in futuro, tuttavia in questa occasione ne ho raggruppati quattro, due scelti già all'epoca e due, di cui ne ho sentito parlare in quest'ultimo periodo, aggregatosi successivamente, tutti comunque visti nei giorni scorsi. Nessuno mi ha troppo entusiasmato, ma contento di averli visti.

Phenomena (1985)
Re-Animator (1985)
Stuff - Il gelato che uccide (1985)
La mia Africa (1985)

mercoledì 16 settembre 2020

Profondo rosso (1975)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/09/2020 Qui - Un film pieno di idee buonissime, con alcune scene memorabili (il gioco di specchi in corridoio è una roba magistrale e terrificante), però non è il capolavoro di Dario Argento, che secondo me rimane Suspiria. Tuttavia Profondo Rosso, è insieme al quel grandissimo film il massimo dell'espressione artistica del regista, ed uno dei migliori film di genere horror italiani degli anni '70, di conseguenza di sempre. Il film infatti, seppur imperfetto (l'imperfezione è data da alcuni espedienti forzati, quest'ultimi poco credibili), è manifesto del cinema italiano, di quegli anni, del genere, di un regista. Grande padronanza nell'utilizzo e nel posizionamento della macchina da presa, notevole intelligenza nelle scelte luministiche e cromatiche, suspense genuina e scene di omicidi violenti che fanno paura, con la musica dei Goblin ritornello immortale. La trama "gialla" è sviluppata con (abbastanza) perizia (la sceneggiatura è perforabile) e lascia perfino spazio a un intreccio sentimentale fra i due protagonisti, che però non guasta. Buone le prove di David Hemmings, e della musa del regista Daria Nicolodi, mentre fra i caratteristi bene la grande Clara Calamai (questa fu la sua ultima interpretazione). Nonostante ciò, a mio modesto parere manca sempre qualcosa per farne un capolavoro, ed essere il suo migliore. Sarà la sceneggiatura o cosa ogniqualvolta non so, ma è così. Qualche effetto un po' troppo plateale chissà, in ogni caso gran film. Voto: 7,5

venerdì 31 luglio 2020

Suspiria (1977)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2020 Qui - Assieme a "Profondo Rosso" il film che segna il top della produzione di Dario Argento, un film eccellente sospeso tra horror gotico, favola ed efferatezze tipiche del cinema di paura degli anni 70/80. E' anche il capitolo che dà il via alla cosiddetta Trilogia delle Tre Madri (poi continuata con il fiacco "Inferno" nel 1980 e con l'inguardabile "La Terza Madre" nel 2007). Già straordinario per la location scelta, ovvero una scuola di danza posizionata all'interno della suggestiva Foresta Nera, trova nelle invenzioni scenografiche ed estetiche volute dal regista romano dei punti di forza straordinari. Le aspirazioni della giovane Susy (decisa a perfezionare i suoi studi di balletto, benissimo interpretata da Jessica Harper) si scontrano con un mondo inquietante dominato da antichi rituali, reso ancor più sinistro da scelte cromatiche stupefacenti, con un abbondanza di giochi di luce (soprattutto tendenti al rosso e al blu) in grado di alzare sensibilmente l'asticella della tensione. Da aggiungere alla perfezione estetica (determinata anche dalle pregevoli scenografie) la terrificante colonna sonora (ad opera dei Goblin), ingrediente indispensabile per la materializzazione di atmosfere opprimenti. La gestione dei tempi narrativi è notevole, Argento riesce a spaventare grazie ad un meccanismo elaborato nei minimi particolari. E' anche vero che dal punto di vista narrativo si potrebbe muovere qualche accusa, ma francamente lo script non incappa in gravi battute a vuoto. L'unico problema potrebbe risiedere nella linearità eccessiva, con relativo mistero non poi così impossibile da decriptare. Tutto sommato la sceneggiatura, non perfetta come spesso riscontrabile nei lavori del regista romano, si lascia comunque apprezzare, anche se poi a dominare c'è l'estetica, a solleticare le percezioni sensoriali dello spettatore calato in un incubo dal sapore atavico in cui la fiaba si trasforma nel più efferato degli incubi. Le morti spettacolari non mancano, Argento dà fondo alla sua tecnica ideando inquadrature di gran fattura, quindi ricorrendo alla fantasia macabra per creare omicidi piuttosto cruenti. Un cult a ragione, tra i migliori horror italiani di tutti i tempi. Voto: 8