Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/09/2020 Qui - Un film pieno di idee buonissime, con alcune scene memorabili (il gioco di specchi in corridoio è una roba magistrale e terrificante), però non è il capolavoro di Dario Argento, che secondo me rimane Suspiria. Tuttavia Profondo Rosso, è insieme al quel grandissimo film il massimo dell'espressione artistica del regista, ed uno dei migliori film di genere horror italiani degli anni '70, di conseguenza di sempre. Il film infatti, seppur imperfetto (l'imperfezione è data da alcuni espedienti forzati, quest'ultimi poco credibili), è manifesto del cinema italiano, di quegli anni, del genere, di un regista. Grande padronanza nell'utilizzo e nel posizionamento della macchina da presa, notevole intelligenza nelle scelte luministiche e cromatiche, suspense genuina e scene di omicidi violenti che fanno paura, con la musica dei Goblin ritornello immortale. La trama "gialla" è sviluppata con (abbastanza) perizia (la sceneggiatura è perforabile) e lascia perfino spazio a un intreccio sentimentale fra i due protagonisti, che però non guasta. Buone le prove di David Hemmings, e della musa del regista Daria Nicolodi, mentre fra i caratteristi bene la grande Clara Calamai (questa fu la sua ultima interpretazione). Nonostante ciò, a mio modesto parere manca sempre qualcosa per farne un capolavoro, ed essere il suo migliore. Sarà la sceneggiatura o cosa ogniqualvolta non so, ma è così. Qualche effetto un po' troppo plateale chissà, in ogni caso gran film. Voto: 7,5
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