venerdì 4 settembre 2020

Velluto blu (1986)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2020 Qui - La prima considerazione a cui sono giunto dopo aver visto questo film è che, per essere un lavoro di David Lynch, sembra piuttosto lineare. Blue Velvet, infatti, si presenta come un semplice noir, nel quale un ragazzo (Kyle MacLachlan chi sennò) tornato in paese per occuparsi degli affari del padre vittima di un incidente, decide di scacciare la noia indagando su un misterioso orecchio ritrovato in un campo. Ma se David Lynch non può importare nella trama la sua dimensione onirica, allora è la realtà stessa trasformarsi in sogno. I colori esagerati dei giardini della borghesia americana, il tratteggio di una popolazione in pieno stile Happy Days, i sogni romantici della figlia del poliziotto (Laura Dern chi sennò), subiscono il contrasto del mondo depravato, oscuro e maligno, che alberga a pochi passi dal quartiere residenziale. La distorsione è completa, e si manifesta quando le due realtà, inevitabilmente, finiscono per intrecciarsi, quasi che il protagonista, attraverso le proprie indagini, abbia il compito di mostrare ai figli del sogno americano quale incubo si celi dietro i suoi colori sfavillanti. La corruzione è ovunque, incarnata da un demoniaco e capriccioso Dennis Hopper, e si palesa tra le villette tormentate proprio mentre va in scena il classico scontro tra il bullo e il rivale che gli ha rubato la pupa. In questo squarcio anni '50 compare Isabella Rossellini, che, nuda, gira per strada colpendo definitivamente l'idea di innocenza che aleggia sul quartiere borghese. Cadono tutti i teli che i padri hanno utilizzato per proteggere i figli dalla violenza della vita, ma, in fin dei conti, basta saperci fare i conti e tutto torna alla normalità. Velluto Blu è un film (dove eccezionali sono le musiche di Angelo Badalamenti, qui alla prima collaborazione con Lynch) che matura ben dopo la visione, una di quelle opere che non finiscono mai di costruire spunti di riflessione e di far pensare a se stesse. Magari non sarà un giallo eccezionale, ma è ricco di fauna strana, di forti contrasti e di depravazione. A dimostrazione che David Lynch, anche quando deve fare i conti con una sceneggiatura che lo costringe a stare nei ranghi, è in grado di proporre sempre qualcosa di indimenticabile. Voto: 7

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