Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/09/2020 Qui - Nel terzo film del regista islandese Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, da titolo internazionale Under the Tree, è proprio un albero a costituire "il pomo della discordia" tra due famiglie vicine di casa nella storia qui raccontata. Una storia che quindi sonda in profondità i disagi di una convivenza forzata tra esseri civili che perdono il reale senso della convivenza secondo principi civici consolidati. Svariati dispetti e ripicche reciproche coinvolgeranno così entrambe le famiglie e soprattutto condurranno al peggio la situazione, per non dire addirittura alla tragedia. L'Albero del vicino è una sorta di commedia noir che attraverso l'ironia sottile ed alcune scene esilaranti presenta in realtà una situazione generale parecchio tragica. Intanto, ogni protagonista della storia, chi più, chi meno, si trova in una situazione personale già di per sé piuttosto problematica, ma quello che conduce il tutto a deflagrare in una ferocia e violenza inaudite, è proprio la caparbietà, l'orgoglio e la cattiveria insita umana che fanno sì che ogni esponente della vicenda incontrerà una fine cruenta ed irreversibile che gli cambierà per sempre in peggio l'esistenza. Il regista in non oltre 90 minuti riesce perfettamente a condensare la storia e la sua tematica attraverso una regia lucida, ben scandita ed all'insegna dell'essenzialità. Un'opera, dunque, riuscita, che induce lo spettatore, divertendolo anche in parte e sia pure amaramente, a riflettere sulla, a volte, stupidità umana e sulle conseguenze a cui essa può portarlo. Voto: 6+
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