Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2020 Qui - Non il miglior film di Terry Gilliam, ma sicuramente uno dei suoi film più iconici. Ho conosciuto il regista proprio grazie a questo allucinato film che però ho rivalutato (in ribasso) riguardandolo nel corso degli anni, soprattutto guardando (in particolar modo nell'ultimo anno) il resto della filmografia del regista. D'accordo, è un film biografico, forse un campo meno fertile per il virtuosismo di Gilliam, ma praticamente si esaurisce dopo 45-50 minuti (per capirci dalla prima tentata fuga di Depp dalla città). Per il resto la seconda parte del film è la totale, stanca, ripetizione della prima e il finale è anche un po' insulso. Alla fine del film cosa ti resta dentro? Poco o niente, visto che la sceneggiatura del film va a farsi benedire ben presto in questo vortice di trovate sempre oltre il limite del paradosso, overdose di luci, colori, e droghe, quasi un ricettario di sostanze illegali dall'inizio alla fine del film. Tratto da un libro autobiografico del giornalista Hunter S. Thompson, Paura e delirio a Las Vegas non ha esattamente infatti il proprio proverbiale asso nella manica nella trama, che gira costantemente intorno a se stessa, confusionaria e superficiale. E poi, lungo quasi due ore, rischia di stancare a causa di ciò, ma si salva principalmente grazie alla regia illuminata di Gilliam e alle interpretazioni tanto stralunate quanto rigorose nella (ri)costruzione dei personaggi di Johnny Depp e Benicio Del Toro, davvero convincenti nelle scene in cui i due perdono il lume della ragione a causa del pesante abuso di droghe, scene che costituiscono il vero piatto forte del film: raptus di violenza, tic, allucinazioni, dialoghi nonsense, luci psichedeliche, vomito. Il resto, come detto, è poca roba, nonostante un sacco di camei di buoni attori (su tutti Harry Dean Stanton e Michael Jeter) e una girandola di facce notte (Christina Ricci, Ellen Barkin, Cameron Diaz, Tobey Maguire). L'impressione è così quella di un film probabilmente minore, però furibondo, repentino e irrisolto, ma curioso, che merita sempre e comunque una visione, per le buone interpretazioni del duo protagonista, per la buonissima OST anni '70 e qualche scena ancora oggi da ricordare. Voto: 6
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