venerdì 4 settembre 2020

Mulholland Drive (2001)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2020 Qui - Lungo Mulholland Drive una donna perde la memoria in seguito ad un incidente automobilistico. L'incontro con Betty, aspirante attrice, le sarà di aiuto per tentare di ricostruire la sua identità. Nel frattempo sceglie di chiamarsi Rita ed inizia una relazione con Betty. Altro viaggio nella mente contorta e malata di una persona, nel caso specifico una Naomi Watts semplicemente bravissima nel trasmettere allo spettatore gli stessi medesimi stati d'animo e mentali in cui si ritrova (non male neanche un giovane Justin Theroux ed una sexy Laura Harring). Messa in scena ipnotica alla maniera di David Lynch, ma anche criptico alla maniera di David Lynch, anzi, in questo senso penso che gli aggettivi solitamente più associati al regista (criptico, emblematico, misterioso, incomprensibile) trovino qui la loro massima espressione e oltre. Prendere o lasciare. Personalmente non mi è dispiaciuto, anzi, è forse il miglior film di David Lynch a parer mio, l'unico problema di questo film è che ti fa sentire idiota, per il semplice fatto che non si riesce a capire, tutto sembra andare liscio come l'olio, la trama è intrigante, qualche scena che non si capisce da dove salti fuori, ma tiene incollati. Poi gli ultimi dieci minuti si stravolge ogni cosa e si perde completamente il film. Il punto è che emoziona, senza farsi capire. E anche se può essere fastidiosa, la cosa funziona. E il film è comunque più che gradevole. Poi però bisogna andare a cercarsi l'interpretazione corretta su internet, ma anche qui ognuno si discosta dall'altro, anche solo in piccoli dettagli, è come se il regista voglia lasciare allo spettatore la sua personale spiegazione, come dire la mentalità di ogni persona è diversa rispetto alle altre. David Lynch costruisce infatti una storia basata sul doppio, sul sogno e sull'immagine, con uno svolgimento atemporale difficile da comprendere. Le attrici protagonisti cambiano nome e prospettiva durante lo svolgimento, cosi come cambiano funzione gli altri partecipanti al film (tra gli altri attori partecipanti ecco Melissa GeorgeAnn Miller e Robert Forster, e pure Angelo Badalamenti, che si dedica anche alle musiche, belle musiche). Il sogno è il protagonista del film, non solo perché costituisce il nucleo centrale della narrazione ma per l'intero impianto della storia e della messa in scena. La dimensione del sogno sta nel fatto che è costantemente impossibile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, dialettica che porta alle estreme conseguenze la natura stessa del cinema. Alcune cose non convincono di questo film, che a parer mio è esagerato aver definito il miglior film del ventunesimo secolo, comunque questa storia d'amore tormentata, che si ripercuote nel tempo, va vissuta tutto d'un fiato e seppur lasci perplessi, al fine di tutto anche meravigliati per un'opera notevole di uno dei registi migliori di sempre. Voto: 7,5

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