Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/09/2020 Qui - Horror parapsicologico, anche thriller paranormale, raffinato e disteso che, con tempi lenti da film nordico, narra la presa di coscienza di una ragazza della propria diversità, sia sessuale (attratta da una coetanea, sembrerebbe, dai desideri promiscui, è Kaya Wilkins) che psicofisica. Come la più famosa Carrie di Stephen King/Brian De Palma, questa Thelma (efficacemente interpretata da Eili Harboe) è stata compressa da una famiglia iper-religiosa. Ovviamente, non potrà che esplodere, finendo per accettare senza problemi la propria diversità, pur caratterizzata da una tendenza inconsapevolmente omicida. Joachim Trier (nessun legame di parentela con Lars Trier, conosciuto come Lars von Trier, e poi norvegese uno, danese l'altro) racconta quindi la difficoltà di questa ragazza nella crescita della sua indipendenza, nella consapevolezza di essere diversa dagli altri e nella presa di posizione nei riguardi della sua famiglia che la controlla in maniera quasi asfissiante. Il regista usa la metafora del paranormale per imbastire la sua storia, purtroppo lo fa in maniera lenta e arzigogolata, specialmente nella seconda parte del film, tuttavia, pur viaggiando sul sottile filo della noia mortale (complici anche i molteplici silenzi e il ritmo sostanzialmente tutto uguale, totalmente privo di colpi di scena), il film riesce a mantenere abbastanza alta l'attenzione, probabilmente anche grazie alla buona dose di ansia che mette addosso. Insomma, non mi sono annoiato, però non è un film che rivedrei ancora. Voto: 6
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