Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2021 Qui - Grande esordio "in costume" per il talentuoso Ridley Scott
che un paio d'anni dopo sfornò due perle della fantascienza, da non
credere sia lo stesso regista che racconta questa amara storia d'onore
(o presunto tale) e rivalità, un eterno scontro nato praticamente per
nulla che coinvolge due militari e li accompagna oltre il tempo e le
guerre. Egli infatti fa capolino sulla scena cinematografica con una
pellicola dall'indubbia bellezza formale, che incornicia immagini
splendide e le mette al servizio di un racconto dal ritmo lento ma
incalzante, grazie anche alla narrazione fuori campo. Mostrando appunto
e fin da subito una grande padronanza della camera (specie nelle tenzoni
all'arma bianca, seguite a mano) ed una propensione all'utilizzo di una
grande fotografia (qui di Lyndoniana memoria, con il dovuto rispetto).
La storia del duello senza fine è affascinante e fa pensare alla
sostanziale stupidità sia del valore dell'onore (prettamente
testosteronico) sia delle guerre che si protraggono infinite (non a caso
il tutto è ambientato nel quindicennio della guerre sans fin
napoleonica). Una storia lenta, anche fredda (risentendo forse
dell'ispirazione letteraria, da Joseph Conrad), ma piacevole
perché racconta qualcosa di diverso e con un occhio, anche un po'
critico, verso quel periodo storico travagliato (nonostante tutto è un
gran film). Nervoso e senza requie Harvey Keitel, elegante Keith Carradine.
Esordio col botto, dunque, per un autore che, da quel momento in poi,
ci avrebbe abituato (quasi esclusivamente) a film altrettanto (ognuno a
modo suo) interessanti. Voto: 7
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