lunedì 22 marzo 2021

Relic (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2021 Qui - Il lungometraggio di esordio della regista australiana Natalie Erika James, prodotto da nomi noti come Jake Gyllenhall e i fratelli Russo, si presenta come un horror d'atmosfera piuttosto interessante (che non abusa di Jumpscare un tanto al chilo, ed è un merito), in grado innanzi tutto di soffermarsi in modo serio e per nulla facilone od ingenuo su una problematica scottante e comune a tutti, inerente l'inevitabile processo di invecchiamento che colpisce tutti noi, ed i nostri cari, fino a renderci incapaci di gestirci, influenzati, se non proprio succubi, degli scherzi che una mente resa instabile dall'invecchiamento di cellule e neuroni, ci presenta come una sorta di beffarda resa dei conti, con la complicità (perché no) di un intervento maligno e controverso proveniente dagli spiriti di chi ci ha preceduto nel raggiungere il traguardo oltre la vita. Ed è proprio da questo spunto realistico purtroppo molto comune che il film trae la sua capacità di coinvolgere e suggestionare anche al di là dei suoi effettivi meriti. Ambizioso ed imperfetto, questo è indubbio, però ha un suo perché, meritevole di una visione. In ogni caso la storia funziona abbastanza bene, la scenografia regala momenti di inquietudine piuttosto convincenti, e la prova delle tre interpreti protagoniste, Emily Mortimer, Bella Heathcote, e la bravissima Robyn Niven nei panni stralunati e inquietanti di nonna Edna, contribuisce a rendere il prodotto finito dignitoso. Un prodotto, che si inserisce nella scia di opere come Babadook ed Hereditary, pur senza possederne la stessa forza. Voto: 6+

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