Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2021 Qui - Al secondo lungometraggio anime, Makoto Shinkai prosegue, con
questo film ad episodi interconnessi, la sua personale poetica
riguardante la separazione e la distanza tra gli individui, narrando più
che di una storia d'amore, di un sentimento d'amore che si protrae per
lunghissimo tempo e che il protagonista, non riuscirà a superare neanche
dopo anni e anni di, appunto, separazione e che lo renderà così
incapace di costruirsi una vita sentimentale. La storia è dunque di una
semplicità disarmante, ma sottintende una complessità di temi ed
emozioni che sono rese con indubbia efficacia. Il film, inoltre, si
afferma come una evoluzione nel percorso artistico del regista, e non
solo sul piano estetico: se Oltre le nuvole, il luogo promessoci
era alla fin fine una storia di riconciliazione, sulla possibilità di
ristabilire un legame ormai dimenticato, questo nuovo film, come si
evince dal finale, riguarda, invece, in definitiva, il riuscire ad
andare avanti, il proseguire nella propria vita e tentare di essere
felici nel presente, piuttosto che rimanere schiacciati dalla nostalgia
per il tempo passato. Detto questo, bisogna però ammettere che talvolta
l'anime, nonostante la breve durata (solo 60 minuti), la tira un po' per
le lunghe e che, nonostante gli indubbi miglioramenti rispetto al primo
film, il character design lascia ancora alquanto a desiderare. Vi è, al
contrario, una cura minuziosa nella resa di ambienti e sfondi, con una
ricchezza del dettaglio che raggiunge ottimi livelli, grazie soprattutto
ad un budget finalmente più sostanzioso. Cinque centimetri al secondo
è la velocità con cui i petali di ciliegio cadono al suolo, è un film
breve ma traboccante di emozioni, con un finale di melanconico realismo
che strugge il cuore. Voto: 7
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