Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2021 Qui - Iniziatore, nonché capolavoro insuperato del filone nostalgico-giovanilista, questo è American Graffiti, che ha il merito appunto di aver dato il via a una serie di copie più o meno riuscite, il caso più eclatante quello di Stand By Me,
simile nei contenuti, differente il target (l'adolescenza), ma
ugualmente efficace nel far sognare cinematograficamente una certa età
(diventando il manifesto del cambiamento di una generazione) e nel
permettere l'immedesimazione nostalgica (paradossale che proprio Richard Dreyfuss sia
in entrambi e faccia da "tramite"). In questo caso non solo (i
sessantenni di oggi), perché capace di coinvolgere enormemente chi, come
me, quei tempi non li ha vissuti (e comunque tutte le generazioni
continuano a guardarlo e a sognare, nonostante passino gli anni). George Lucas racconta
l'ultima notte da liceali di quattro amici nell'estate del '62 con uno
stile episodico e frammentato che ha come unico filo conduttore
l'ininterrotta serie di hits pop-rock trasmesse alla radio dal mitico
Wolfman Jack (i personaggi sono in ogni caso tutti ben costruiti, il
ritmo è sfrenato, le interpretazioni sono di alto livello e tutti gli
episodi sono interessanti). Ma dietro l'apparente spensieratezza si
nasconde una più amara riflessione sulla fine della giovinezza (e del
sogno americano) e l'iniziazione alla vita adulta che per alcuni, come
rivelato dalle didascalie finali, non sarà così lieta. Però, e non a
caso, George Lucas (che con questa pellicola dà inizio alla sua
carriera, mostrando di essere in grado di rappresentare, attraverso
musiche, ambientazioni e carismatici personaggi, una delle rumorose
notti brave americane di quegli anni, i quattro amici, diversi per
temperamento gli uni dagli altri, vivono le loro esperienze che li
condurranno a cercare di far colpo sulle ragazze e a conoscere tanta
gente a caso) racconta qui le speranze e le paure dei giovani che si
accingono ad affacciarsi al mondo reale di quegli anni. In tal senso è
chiaro come American Graffiti sia a tutti gli effetti, anche e
soprattutto, un omaggio ai costumi e alle musiche del tempo,
quest'ultime di gran livello e qualità (mitici Beach Boys). Ormai
considerato un vero e proprio cult movie, è un film che mette in luce
tutte le qualità registiche di Lucas che in seguito si darà alla saga di
"Guerre stellari". Da segnalare la partecipazione di Harrison Ford in
un ruolo minore ma che sarà determinante per la sua carriera, lanciando
la fortunata collaborazione con il regista californiano. Per
concludere, un film (scelto per la conservazione nel National Film
Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti) che dipinge
un quadro dell'epoca al contempo divertente e malinconico (ancora con un
filo di speranza), una commedia pregevole, leggera, arguta,
intelligente e gradevolissima che ha il pregio di mostrarci il costume
ed il pensiero dei giovani americani degli anni '60. Voto: 8
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