Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2021 Qui - Un film riuscito e ben confezionato, ma che aveva la possibilità di
trasformarsi in qualcosa di più incisivo (dall'ultima volta che l'ho
visto non è certo migliorato, anzi). Certi elementi della trama vengono
lasciati un po' troppo in sospeso e non spiegati adeguatamente, oppure
trattati superficialmente, specie nel climax finale (che non convince
appieno, mai convinto, seppur ambiguamente conferma l'interrogativo
iniziale). Peccato perché l'idea di partenza era buona (anche originale
all'epoca, un mostro che può venire evocato ripetendo per cinque volte
davanti a uno specchio il nome appunto di "Candyman", a costo però di
sacrificare la propria vita), ma il film perde spesso qualche colpo per
strada. Come dialoghi e linearità dei fatti non si pone certo al top, ma
interpretandolo più come una favola che un puro horror (ancora)
funziona. Comunque gli sporchi ambienti metropolitani sono ottimi, la
protagonista Virginia Madsen è brava e gnocca a volte si a volte no, Tony Todd dà vita al "suo" boogeyman e lo fa benissimo. Qualche tocco splatter e la discreta colonna sonora di Philip Glass fanno il resto. Buona la regia di Bernard Rose,
ben fatte tutte le scene con le api. Non molta paura, ma tensione e
storia alimentano il buon ritmo del film (che si basa ricordiamo su un
racconto di Clive Barker). Un cult minore sì, ma meritevole sempre d'esser visto almeno una volta. Voto: 6,5
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