Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2021 Qui - Un film riuscito e ben confezionato, ma che aveva la possibilità di
trasformarsi in qualcosa di più incisivo (dall'ultima volta che l'ho
visto non è certo migliorato, anzi). Certi elementi della trama vengono
lasciati un po' troppo in sospeso e non spiegati adeguatamente, oppure
trattati superficialmente, specie nel climax finale (che non convince
appieno, mai convinto, seppur ambiguamente conferma l'interrogativo
iniziale). Peccato perché l'idea di partenza era buona (anche originale
all'epoca, un mostro che può venire evocato ripetendo per cinque volte
davanti a uno specchio il nome appunto di "Candyman", a costo però di
sacrificare la propria vita), ma il film perde spesso qualche colpo per
strada. Come dialoghi e linearità dei fatti non si pone certo al top, ma
interpretandolo più come una favola che un puro horror (ancora)
funziona. Comunque gli sporchi ambienti metropolitani sono ottimi, la
protagonista Virginia Madsen è brava e gnocca a volte si a volte no, Tony Todd dà vita al "suo" boogeyman e lo fa benissimo. Qualche tocco splatter e la discreta colonna sonora di Philip Glass fanno il resto. Buona la regia di Bernard Rose,
ben fatte tutte le scene con le api. Non molta paura, ma tensione e
storia alimentano il buon ritmo del film (che si basa ricordiamo su un
racconto di Clive Barker). Un cult minore sì, ma meritevole sempre d'esser visto almeno una volta. Voto: 6,5
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mercoledì 31 marzo 2021
venerdì 14 agosto 2020
Dune (1984)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/08/2020 Qui - Il film doveva essere un kolossal fantascientifico ma non è riuscito pienamente nelle sue intenzioni. Nonostante questo risulta una pellicola godibile e alquanto spettacolare, tanto che la spettacolarità, alla fine, sarà l'unico aspetto che non distoglierà l'attenzione dalla visione di Dune: un prodotto tanto visivamente poderoso (bei costumi, effetti speciali un po' antidiluviani ma comunque di grande effetto, e fantastici i vermoni creati da Rambaldi) quanto manipolato con un procedimento filmico di dubbio gusto. Il peggior difetto del film è da ricercarsi in un svolgimento non sempre chiaro, discontinuo, confuso, troppa carne al fuoco per un solo film (discontinuo nel senso che se la prima parte è a tratti molto lenta, nella seconda parte acquista una velocità incredibile e molte cose nel film che dovrebbero essere narrate meglio vengono trattate in maniera molto superficiale). Sarebbe ingiusto dare troppe colpe al regista dato che questo ha dovuto confrontarsi con un romanzo come quello di Frank Herbert che non ho avuto occasione di leggere ma che a quanto dicono è estremamente complesso. Di certo non hanno giovato nemmeno i tagli fatti per ridurne la durata (questi infatti, voluti a quanto pare dalla produzione della famiglia De Laurentiis, rendono le battaglie finali, nonché la storia d'amore tra Chani e Paul Atreides, precipitosamente avventate e piene di buchi del racconto). Quindi rimane un film particolare di David Lynch (lo era pure lo strano Cuore selvaggio), prima di tutto perché forse per la prima e unica volta il regista si è dovuto adattare alle pretese del pubblico e non viceversa. Comunque si vede la sua mano in molte sequenze, e poi il barone Harkonnen è uno di quei cattivi che il regista tanto rende particolari nei suoi film. Il cast è straordinario ma Kyle MacLachlan è inespressivo per la maggior parte delle inquadrature e altri grandi attori (su tutti Max von Sydow, Jürgen Prochnow, Patrick Stewart e Silvana Mangano) assumono il semplice ruolo di comparse. Da notare l'utilizzo di molti attori che con Lynch lavoreranno molto successivamente (Jack Nance, Brad Dourif ed Everett McGill, ci sono pure Sean Young e Sting). Insomma, Dune non è un film così riuscito come ci si aspetterebbe, in certi punti (va detto) manca di spessore epico, ma non è comunque un film da buttare via completamente. Voto: 6
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venerdì 12 luglio 2019
Better Watch Out (2016)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2019 Qui - Da un po' di anni ormai siamo abituati a collegare il Natale non solo a storie lacrimose con buoni sentimenti ma anche ad atroci narrazioni horror. Safe Neighborhood (conosciuto anche come Better Watch Out) riesce alla perfezione a mischiare l'atmosfera natalizia, calda e familiare, con le drammatiche note di un'invasione domestica che promette ansia e situazioni truci, dove la sopravvivenza non è affatto assicurata. La colonna sonora è composta quasi unicamente dalle canzoni di repertorio cui tutti siamo abituati, canzoni che fanno da contraltare ironico alle terribili immagini che scorrono sullo schermo. Proprio l'ironia è uno dei punti di forza di questo film. Si ride, e tanto. Si ride nei classici momenti della calma prima della tempesta, quando ci vengono presentati i fantastici genitori del ragazzino protagonista (Virginia Madsen e Patrick Warburton) o il suo migliore amico nerd, ma si ride anche e soprattutto quando si raggiunge l'apice della drammatica vicenda, creando una stranissima e davvero riuscita commistione fra ironia e paura che contribuisce a distinguere questo film dalla sequela di titoli simili. Con situazioni al limite del paradossale, che tuttavia sembrano totalmente plausibili nell'architettura della storia, lo spettatore rimane coinvolto e rapito, sobbalzando dagli spaventi e asciugandosi una divertita lacrima il momento successivo. La trama sulle prime è molto semplice, in un tranquillo quartiere di periferia, una babysitter si ritrova a difendere un bambino dodicenne da un intrusione in casa, ma le cose saranno molto diverse da quello che sembrano. Better Watch Out parte sulle note del home invasion classico, un genere che può comprendere horror come The stranger fino a commedie alla Mamma ho perso l'aereo, ed è proprio in questo equilibrio insolito che trae spunto la prima parte della trama. Un plot twist abbastanza semplice però cambia le carte in tavola dando il via a tutto un altro genere di pellicola, dove la serietà aumenta di qualche punto cosi come la tensione, ma senza esagerare perché in fondo a natale siamo tutti più buoni. A tal proposito vi invito ad evitare di visionare il trailer che inspiegabilmente qualcosa suggerisce, o a rifuggire commenti a rischio spoiler, considerato che questo film del 2016 gioca moltissimo sul fattore sorpresa.
martedì 26 marzo 2019
Joy (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/09/2017 Qui - Davvero un gran bel film è Joy, film del 2015 scritto e diretto da David O. Russell, la pellicola infatti, anche grazie al regista che da risalto (con uno stile di regia molto particolare, che non ricerca chissà quali movimenti di camera ma cattura molto dei personaggi tramite un semplice primo piano) ad una storia che sulla carta non mi sarebbe dovuta interessare particolarmente, giacché solo dire che questo film parla della donna che inventò "il mocio" per sminuirne l'entusiasmo, ma il film va ben oltre questo ed il mocio è solo l'idea su cui ruota il film, film che per questo si lascia piacevolmente vedere. Il discorso difatti e fortunatamente è ben più ampio e parla del credere nei propri sogni e portare avanti un idea, e questo è sicuramente interessante per chiunque, inoltre vengono trattati temi come la parità dei sessi e la famiglia. Dopotutto il film (una pellicola coinvolgente che riesce a mischiare intelligentemente commedia e dramma e non il solito biopic un po' freddo e analitico), narrato in un modo unico cioè diverso da qualsiasi altro film biografico, poiché solo il 50% prende spunto dalla storia della famiglia di Joy Mangano, ora imprenditrice di successo, mentre gli altri elementi fanno parte del bagaglio che ha intessuto generazioni cinematografiche di donne forti e meno forti, racconta la storia di una (sgangherata) famiglia (composta dalla nonna, una sorellastra e dai due genitori) e delle sue quattro generazioni, la nonna di Joy, la madre, Joy stessa, e sua figlia. La pellicola difatti, narrata in uno stile popolaresco, che offre una storia travolgente di una self-made woman che supera ogni battuta d'arresto nel suo tentativo di realizzare e di lanciare la propria intuizione, dalla nonna della protagonista (l'unica che crede in lei), impersonata da una convincente Diane Ladd, ci fa conoscere la piccola Joy Mangano, una bambina che ha tanta fantasia e creatività e che è in grado di creare quello che immagina, almeno finché i genitori divorziano in modo piuttosto irruento e separano di fatto la famiglia.
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sabato 29 dicembre 2018
Dead Rising: Watchtower (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/05/2016 Qui - Dead Rising: Watchtower invece al contrario di Extinction: Sopravvissuti è proprio un classico film sugli zombie, si differenzia solamente dal fatto che il livello della pellicola e degli effetti è di buona qualità visiva, infatti mi aspettavo di trovami davanti ad un film di bassa se non pessima qualità, ma alla fine della visione sono rimasto piacevolmente sorpreso. Questo film del 2015 (inedito e apocalittico horror), diretto da Zach Lipovsky e uscito direttamente in DVD, è per chi non conosce e frequenta i videogiochi, basato sull'omonima serie videoludica Dead Rising, ed è ambientato dopo i primi due capitoli Dead Rising e Dead Rising 2 e prima di Dead Rising 3. Ma Dead Rising è molto più di quello che vuole apparire e racconta di una città in quarantena, un giornalista e una ragazza che devono fuggire per non essere mangiati ed essere uccisi da un governo complottista fino al midollo. All'inizio comunque ci vengono presentati gli antefatti, ossia che per la terza volta in dieci anni si assiste ad un contagio del virus zombi. Questa volta però c'è un vaccino prodotto da una potente causa farmaceutica, lo Zombrex, peccato che il rimedio non funziona, nonostante il governi assicuri che assunto con regolarità dovrebbe fermare il contagio. L'attenzione quindi si sposta su due giornalisti, il reporter Chase Carter e la sua assistente Jordan che stanno cercando di raccontare le storie di queste persone, rinchiuse e sottoposte a quarantena per non diffondere il virus. Ma ovviamente tutto va storto, e i due verranno risucchiati nel vortice e al centro della battaglia. Chase rimane intrappolato all'interno della città invasa da zombie, mentre Jordan riesce a mettersi in salvo fuori dalle mura di quarantena. Chase, insieme a due superstiti, Maggie (Virginia Madsen) e Crystal, dovranno trovare una via d'uscita prima che la città venga bombardata. Nel frattempo Jordan scopre che il governo ha distribuito un farmaco inefficace per poter impiantare sotto pelle un chip con farmaco concentrato di durata annuale che permette però di monitorare tutti gli infetti in qualsiasi momento a loro insaputa. Inizia così l'operazione Watchtower, che probabilmente vedremo nel sequel annunciato per questa primavera.
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