Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2021 Qui - Dopo il più che soddisfacente Re-Animator, Stuart Gordon ci riprovò subito mantenendo le caratteristiche di base dell'esordio, e quindi l'amico Brian Yuzna alla produzione e lo spunto preso da un racconto di H. P. Lovercraft.
Questa volta però non tutto funziona a dovere, anche se nel complesso
un'opera da vedere, un calderone ripieno di vari elementi horror che
malgrado i difetti ha tutt'ora qualcosa da dire. A ridimensionare
parzialmente il titolo abbiamo una sceneggiatura fin troppo confusa
(troppo infarcita di dialoghi e dettagli tecnici che non interessano a
nessuno), con il regista che ad un certo punto sembra farsi prendere un
po' troppo la mano dimenticando la logica. Malgrado questo, la storia
(che è quella del classico scienziato che inventa una stupefacente
macchina, in questo caso un meccanismo che gli permetta di entrare in
contatto con un'ignota dimensione, che si ritorce inevitabilmente
contro) riesce comunque a catturare l'attenzione dello spettatore
dall'inizio alla fine. Le buone intenzioni ci sono, l'atmosfera pure, e
la messa in scena, alla fine, appare più che dignitosa, specie per
quanto riguarda la "gustosa" girandola di effetti speciali, trucchi e
splatter (tutta roba presente in abbondanza). E poi Jeffrey Combs nel ruolo dello scienziato pazzo ormai è una garanzia, come una garanzia nel ruolo di gnocca lo è Barbara Crampton. Insomma, un buon horror/fantasy, divertente, ben realizzato e poco pretenzioso. Non siamo ai livelli di Re-Animator, ma ci siamo vicini. Voto: 6,5
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