Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/03/2021 Qui - Stesso copione, stesse regole, 26 (nuovi) registi provenienti da ogni parte del mondo realizzano, con la più piena libertà possibile, un cortometraggio che abbia a che fare con una delle lettere dell'alfabeto e con la morte. Questo The ABCs Of Death 2.5 è però particolare rispetto agli altri due, la lettera di "partenza" è soltanto una: la M. Semplicemente perché il terzo capitolo è stato realizzato scegliendo, mediante una votazione, i migliori corti "finalisti" che avevano concorso ad un evento nel quale, il vincitore, avrebbe visto il proprio cortometraggio inserito all'interno del secondo capitolo, quello uscito nel 2014. Perciò possiamo dire che questo 2.5 racchiude gli "scarti" migliori. Tutto ciò dovrebbe anche un pochino far capire che non si è di fronte alla qualità offerta dai precedenti episodi (anche perché di registi noti nessuno a parte Carles Torrens, regista di Apartment 143 e Pet, il suo corto Mom non per caso si salva) ma, visto che alcuni corti meritano, è giusto dire/scriverci qualcosa. Come i primi due film, abbiamo un po' di tutto, e tutti o quasi venati da una miscela sperimentale. Ci sono quei corti che fanno un grande uso dei loro budget bassi e quelli che lo buttano tutto nel cesso. Tanto che, come un maiale che annusa i tartufi, per trovare qualcosa d'interessante e/o riuscito. Ci sono alcuni pezzi davvero divertenti, e sono buoni davvero, e poi ci sono corti che semplicemente sconcertano. Corti con uomini che defecano dall'ombelico, donne che accoltellano i loro bambini dallo stomaco e una mezza dozzina di altri atti di violenza che dovrebbero scioccare ma (che stavolta) non lo fanno, perché progettati per dare un brivido unico che tuttavia scompare dalla memoria non appena finisce. Invece quelli che hanno una svolta (anche sussurrata), una trama, si distinguono, e questi sono quelli che si fanno ricordare, se non tutti, alcuni almeno. In ogni caso partiamo dai migliori, che sono Mailbox di Dante Vescio and Rodrigo Gasparini, Malnutrition di Peter Czikrai, Mariachi di Eric Pennycoff, Matador di Gigi Saul Guerrero e Mormon Missionaries di Peter Podgursky. Nel mezzo invece troviamo Maieusiophobia di Christopher Younes, Manure di Michael Schwartz, Meat di Wolfgang Matzl, Miracle di Álvaro Núñez, Mobile di Baris Erdogan e Muff di Mia Kate Russell. Tra i peggiori "modesti" ecco Magnetic Tape di Tim Rutherford and Cody Kennedy, Make Believe di Summer Johnson, Marauder di Steve Daniels, Marriage di Todd E. Freeman, Martyr di Jeff Stewart, Mermaid di Ama Lea, Merry Christmas di Joe and Lloyd Stas, Messiah di Nicholas Humphries, Mind Meld di BC Glassberg, Moonstruck di Travis Betz, Mother di Ryan Bosworth (in questo corto l'unica faccia nota, quella di Anastasija Baranova di Z Nation) e Mutant di Stuart Simpson. Tra i peggiori "insulsi" ecco Munging di Jason Koch and Clint Kelly e soprattutto Mess di Carlos Faria, il corto più brutto di questo film e dell'intera trilogia. Complessivamente, nonostante alcune cose, questo secondo capitolo e mezzo risulta notevolmente inferiore ai primi due, troppi episodi mal realizzati per meritare una (prima o seconda che sia) visione. M sta per mediocre, forse. Voto: 5,5
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