Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2021 Qui - A causa di una violenta eruzione vulcanica, le due Coree sono sconvolte
da un devastante terremoto. Per scongiurare un imminente evento
vulcanico ancora più catastrofico il governo Sud Coreano mette in atto
un piano rischioso che potrebbe compromettere i rapporti diplomatici con
gli USA e il processo di denuclearizzazione della Corea del Nord. Anche
i coreani ci provano, il risultato non è eccezionale ma soddisfacente,
meglio sicuramente di quelli Z made in USA, Ashfall di Kim Byung-seo e Lee Hae-jun,
è difatti lo spettacolare esempio di un cinema ad alto budget
realizzato fuori dai confini americani ma che non riesce comunque a
separarsene creandosi una propria identità. Se escludiamo infatti il
contesto socio politico che ruota intorno alle vicende narrata (il
pericoloso triangolo tra le due Coree e gli Stati Uniti) Ashfall è
quanto di più assimilabile al tipico disaster movie americano, inclusa
la ricercata spettacolarità nelle sequenze di distruzione (ma che sa
inevitabilmente di già visto) e la struttura narrativa corale che divide
i protagonisti tra la "mente" e il "braccio". Eppure a colpire nel
segno è proprio e soprattutto lo stile ibrido del blockbuster, il pedale
dell'azione premuto a tavoletta e i sotto-testi politici ("cattivi" a
stelle e strisce inclusi) di cui è pieno il film. Le perplessità sono
invece legate alla scarsa coerenza narrativa, al mancato sviluppo dei
personaggi di contorno e alla durata eccessiva, pari a 130 minuti.
Funziona però l'inedita coppia Lee Byung-hun (attivo anche nel cinema statunitense dopo quello coreano) e Ha Jung-woo (nel cast anche Ma Dong-seok, era in The Flu). In conclusione, due ore di mero intrattenimento e poco più, e va bene così. Voto: 6
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