Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2021 Qui - Un film sicuramente molto interessante che racconta una storia che
merita di essere conosciuta soprattutto da persone come me che, di
questo importante momento e segno indelebile nella storia coreana,
sapevano poco o nulla. Drammatica storia vera incentrata sulla violenta
repressione della rivolta di Gwanju da parte della dittatura sudcoreana
nei primi anni '80. Protagonisti un reporter tedesco e il suo autista
coreano (un tassista scapestrato che non può che non ricordare Alberto Sordi),
la cui missione è mostrare al mondo intero i crimini che avvengono
nella regione. Certo il film non è perfetto, ci sono alcuni problemi
relativi alla sceneggiatura che presenta qualche forzatura e dei
dialoghi non sempre scritti nella migliore delle maniere, però riesce,
attraverso pochi e semplici elementi, a coinvolgere lo spettatore grazie
ad una regia caparbia (quella di Jang Hoon) e delle interpretazioni notevoli, in primis quella dell'inossidabile Song Kang-ho (non solo attore feticcio di Bong Joon-ho),
che dall'inizio alla fine risulta assolutamente magistrale. Ho trovato
singolare e coraggiosa la scelta di presentarlo nella prima mezz'ora
quasi come se fosse una commedia e ciò ha reso ancor più emozionante e
tosto il passaggio da una tranquilla parte iniziale ad una seconda ben
più seria e triste. È ormai noto, e questa è l'ennesima conferma, che i
coreani con il cinema ci sappiano fare e anche piuttosto bene, sono
davvero parecchi i film da loro prodotti che meritano di essere visti e
questo si inserisce in questa lunga lista. Perché malgrado anche un
finale dove la retorica straborda in maniera eccessiva, il film non è
niente male ed ha il merito di far conoscere un aspetto importante ma
poco conosciuto della storia coreana. Voto: 7+
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