Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/03/2021 Qui - Cosa si fa per amicizia (seppur virtuale, tra blogger), per amore del Cinema e soprattutto di Christina Ricci?
Si rivede un film che mai avresti voluto rivedere, perché la prima
volta che lo vedesti ti sconvolse, e in negativo. Dieci anni (e poco
più) dopo, rivedendolo ti rendi conto che forse l'effetto cartoonesco
era voluto, dopotutto era la trasposizione cinematografica della serie
animata giapponese Superauto Mach 5 (nota negli Stati Uniti proprio come Speed Racer)
degli anni sessanta (ma tu all'epoca non lo sapevi), però non sarebbe
stato meglio se ne avessero fatto di questo progetto (nato dalla mente
dei fratelli, ora sorelle, Wachowski, quelli/e di Matrix ma che tu ricordi soprattutto per essere stati gli sceneggiatori di V per Vendetta)
un film d'animazione? Anche perché in quel caso, e più probabilmente,
non avresti storto gli occhi e il naso di fronte ad uno spettacolo
(visivamente e narrativamente) sfarzoso e carnevalesco decisamente
estremo e sconclusionato come quello che Speed Racer (purtroppo)
ti regala. Spettacolo che in parte poteva anche essere giustificato, con
la scusa del voler appunto ricalcare il cartone originale, ma c'è modo e
modo di realizzare una pellicola. Va da sé che il target fosse
originariamente per bambini (e vederlo in età adulta comporta certamente
un certo rischio), però ciò non giustifica una grafica da attacco
epilettico che dura per tutta la pellicola né una storia banale e
assurda (la parte moralistica dove, tanto per citarne una, si parla
spasmodicamente della morte, vera o presunta che sia, del fratello del
protagonista ma nessuno batte ciglia per gli altri venti o trenta
incidenti mortali del film), nonché noiosa (la durata, piuttosto
importante, non gioca certo a suo favore). Meravigliosa come sempre Christina Ricci, ma a prescindere, e non aiuta il film. Un film stupido, visto a cervello spento che, mai più rivedrò. Voto: 4
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