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venerdì 30 giugno 2023

Bones and All (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Dopo il maledetto (in tutti i sensi) "Suspiria" Luca Guadagnino torna a spargere sangue per le strade stavolta d'America dove utilizza il cannibalismo per parlare della crescita di alcuni giovani solitari e umiliati dalla vita. Ma avviene questa crescita durante il film? No. Non c'è nessuna evoluzione della storia. Possiamo elogiare il suo tecnicismo, il lavoro del cast ed una evidente maestria registica. Ma tolto questo la storia appare dimenticabile, prolissa e ripetitiva. Non mi ha entusiasmato, e neanche convinto (e succede sempre più spesso con i film, o serie, del regista italiano ormai americano). Vorrebbe dire tanto ma lo chiarisce poco. Tra ampie digressioni sentimentali con canzoni sdolcinate in allegato, ogni tanto ci si ricorda della tematica del film e in un paio di casi si azzarda il colpo basso, ovviamente senza esagerare (e in questo senso Raw sta certamente una spanna sopra). Gli anni '80 nell'America profonda è messa come sfondo e basta, e mi è sembrata scollegata dai personaggi. E francamente dopo oltre due ore di film diventa un pappone indigeribile. Voto: 5

lunedì 3 maggio 2021

Suspiria (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/05/2021 Qui - Nessun reato di lesa Argentianità, anzi da lodare l'impegno del regista nel voler rileggere la fiaba originale in una chiave diversa, contestualizzando la vicenda fra passato e presente, dando spazio alla danza, velando d'ambiguità la figura della protagonista. Però, dopo una un inizio intrigante, la tensione cala ed il film si avvita su se stesso in un'eleganza formale che non regala emozioni né tanto meno riesce ad appassionare (non riuscendo mai a incutere la benché minima paura o angoscia), trascinando lo spettatore verso un epilogo orrifico tanto sanguinoso quanto poco ispirato. Film ambizioso non indegno (o quasi) ma irrisolto e di durata estenuante. Probabilmente un ritmo meno dilatato e qualche consistente taglio avrebbero giovato. Si salvano cast (anche se un'inespressiva e per nulla carismatica Dakota Johnson fa rimpiangere la stralunata Jessica Harper dell'originale, che qui pure nuovamente c'è), un paio di bei momenti e la fredda e cupa fotografia, il resto malriuscito. Pretestuosi rimandi storici, musiche fiacche: quasi quasi si rimpiange La terza madre. Definito da Luca Guadagnino non un remake ma un omaggio alle emozioni che ha provato quando l'ha visto, avrà visto un altro film. Risulta un pasticcio che poco o nulla ha a che fare con l'originale di Dario Argento. Sostanzialmente un film sul balletto, un mix fra Il cigno nero e Starry Eyes, e neanche tanto riuscito. Voto: 4,5

venerdì 31 luglio 2020

Suspiria (1977)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2020 Qui - Assieme a "Profondo Rosso" il film che segna il top della produzione di Dario Argento, un film eccellente sospeso tra horror gotico, favola ed efferatezze tipiche del cinema di paura degli anni 70/80. E' anche il capitolo che dà il via alla cosiddetta Trilogia delle Tre Madri (poi continuata con il fiacco "Inferno" nel 1980 e con l'inguardabile "La Terza Madre" nel 2007). Già straordinario per la location scelta, ovvero una scuola di danza posizionata all'interno della suggestiva Foresta Nera, trova nelle invenzioni scenografiche ed estetiche volute dal regista romano dei punti di forza straordinari. Le aspirazioni della giovane Susy (decisa a perfezionare i suoi studi di balletto, benissimo interpretata da Jessica Harper) si scontrano con un mondo inquietante dominato da antichi rituali, reso ancor più sinistro da scelte cromatiche stupefacenti, con un abbondanza di giochi di luce (soprattutto tendenti al rosso e al blu) in grado di alzare sensibilmente l'asticella della tensione. Da aggiungere alla perfezione estetica (determinata anche dalle pregevoli scenografie) la terrificante colonna sonora (ad opera dei Goblin), ingrediente indispensabile per la materializzazione di atmosfere opprimenti. La gestione dei tempi narrativi è notevole, Argento riesce a spaventare grazie ad un meccanismo elaborato nei minimi particolari. E' anche vero che dal punto di vista narrativo si potrebbe muovere qualche accusa, ma francamente lo script non incappa in gravi battute a vuoto. L'unico problema potrebbe risiedere nella linearità eccessiva, con relativo mistero non poi così impossibile da decriptare. Tutto sommato la sceneggiatura, non perfetta come spesso riscontrabile nei lavori del regista romano, si lascia comunque apprezzare, anche se poi a dominare c'è l'estetica, a solleticare le percezioni sensoriali dello spettatore calato in un incubo dal sapore atavico in cui la fiaba si trasforma nel più efferato degli incubi. Le morti spettacolari non mancano, Argento dà fondo alla sua tecnica ideando inquadrature di gran fattura, quindi ricorrendo alla fantasia macabra per creare omicidi piuttosto cruenti. Un cult a ragione, tra i migliori horror italiani di tutti i tempi. Voto: 8