Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2021 Qui - Il tema del cannibalismo resta (nel contesto del cinema horror) uno dei più impressionanti, capace di fare inorridire e urtare anche gli appassionati più scafati del genere. Merito della giovane regista Julia Ducournau è stato quello di avere inserito il suddetto tema in un ambito esistenziale e drammatico di più ampio respiro: dentro l'università frequentata da Justine (la brava e bella Garance Marillier), sembra già sussistere un cannibalismo "metaforico" dove i più forti si rivalgono sui più deboli, dove le pulsioni sensuali della carne vengono fomentate per riuscire a trovare uno sfogo concreto e reale. Contesto dove la competitività tra le due sorelle si mischia con l'affetto, in una guerra dove le pulsioni straboccano e diventano incontrollabili. Una vicenda indubbiamente torbida, con un continuo crescendo di efferatezze che rendono il film sicuramente inadatto ad un pubblico sensibile. La regista dimostra una discreta padronanza nel mettere in scena la violenza perpetrata, coadiuvata anche da dei buoni effetti sonori, motivi per cui lo spettatore si ritrova ad essere coinvolto in un vero e proprio tour de force di emozioni non propriamente piacevoli. Ciò è ottenuto anche grazie alla capacità con cui essa riesce a trasmettere il disfacimento della carne, del corpo. Per concludere il film, pur non essendo privo di imperfezioni (soprattutto narrativamente, basti pensare al rapporto tra la protagonista e il suo compagno di stanza), è un'opera di indubbio valore ed originalità, degna di essere vista (e "masticata"). Perché appunto aldilà dei difetti che non mancano (annesso finale prevedibile), è un film che riesce ad essere più disturbante che pauroso ed inoltre essendo un esordio, più che apprezzabile. Voto: 6,5
Nessun commento:
Posta un commento