Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2021 Qui - Argomento molto delicato quello scelto da François Ozon (uno dei tanti nella sua cinematografia) all'ennesima buona prova di fila della sua carriera (Frantz però, l'ultimo suo visto, mi è piaciuto di più). I gravi errori di un pedofilo travestito da prete che non nega mai le sue colpe perché è il sistema che lo protegge il vero colpevole di questa storia (che si basa su di una vera avvenuta in Francia tra gli anni ottanta e novanta). Il regista non generalizza ed è bravo a dividere la storia in 3 atti dove ognuno dei protagonisti vive a modo suo la fede (ineccepibile il cast), il fervente cattolico (interpretato da Melvil Poupaud) è la figura più combattuta e interessante ovviamente. Il regista francese infatti, si concentra sul dramma delle vittime mostrando le diverse conseguenze degli abusi sulle loro vite affettive e sessuali. Un approccio meno incalzante e spettacolare rispetto ad Il caso Spotlight ma ugualmente efficace nella denuncia (il fatto tuttavia che si parli troppo liberamente senza filtri di pedofilia rende il film leggermente forzato). Molto più efficace la prima parte rispetto alla seconda, che soffre di qualche passaggio a vuoto, un filo abbondante la durata, ma buon film, un film doloroso però necessario. Voto: 6,5
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