Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2021 Qui - Il mito dell'uomo invisibile ormai ci tiene compagnia da ormai 100 anni, anche più se consideriamo la sua fonte letteraria. Questo film di Leigh Whannell (prodotto da Jason Blum), è un lavoro pregevole per solidità e struttura narrativa. Parte da un'intuizione semplice ma efficace, cioè ribaltare la prospettiva. Non più l'uomo invisibile protagonista, ma la sua vittima. Senza tanti "pipponi" sociopolitici, tantomeno Jumpscare un tanto al chilo, questo film agisce molto in sottrazione, facendo tuttavia percepire un senso di minaccia persistente ben sottolineato dall'ottima interpretazione della Elisabeth Moss, donna a cui viene fatta terra bruciata a livello esistenziale, presa per pazza, vessata psicologicamente dal suo invisibile aguzzino. Un film pregevole che conferma la bravura dell'autore di Upgrade. La colonna sonora a mio avviso è un po' la nota dolente di questo film, ridondante e non necessaria, quasi come a voler sottolineare costantemente una tensione che era già tangibile ampiamente. La trama sicuramente vive di alcune forzature, sulle quali mi sento di passare sopra però, perché il film è davvero ben fatto. Finale scontato ma degno. In conclusione, un thriller molto ben pensato, scritto e sceneggiato da consigliare. Voto: 7
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