Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/05/2021 Qui - Nessun reato di lesa Argentianità, anzi da lodare l'impegno del regista nel voler rileggere la fiaba originale in una chiave diversa, contestualizzando la vicenda fra passato e presente, dando spazio alla danza, velando d'ambiguità la figura della protagonista. Però, dopo una un inizio intrigante, la tensione cala ed il film si avvita su se stesso in un'eleganza formale che non regala emozioni né tanto meno riesce ad appassionare (non riuscendo mai a incutere la benché minima paura o angoscia), trascinando lo spettatore verso un epilogo orrifico tanto sanguinoso quanto poco ispirato. Film ambizioso non indegno (o quasi) ma irrisolto e di durata estenuante. Probabilmente un ritmo meno dilatato e qualche consistente taglio avrebbero giovato. Si salvano cast (anche se un'inespressiva e per nulla carismatica Dakota Johnson fa rimpiangere la stralunata Jessica Harper dell'originale, che qui pure nuovamente c'è), un paio di bei momenti e la fredda e cupa fotografia, il resto malriuscito. Pretestuosi rimandi storici, musiche fiacche: quasi quasi si rimpiange La terza madre. Definito da Luca Guadagnino non un remake ma un omaggio alle emozioni che ha provato quando l'ha visto, avrà visto un altro film. Risulta un pasticcio che poco o nulla ha a che fare con l'originale di Dario Argento. Sostanzialmente un film sul balletto, un mix fra Il cigno nero e Starry Eyes, e neanche tanto riuscito. Voto: 4,5
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