Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2021 Qui - Il quasi esordiente Lee Isaac Chung racconta una famiglia in cattività, dove ognuno è alla ricerca della propria realizzazione e fondamentalmente di una collocazione identitaria in una terra che non è ancora propria. La mancanza di collaborazione in questa ricerca porta ad un'ovvia crisi che rischia di far saltare definitivamente il già fragile equilibrio, ma è solo quando la crisi, letteralmente, esplode che i protagonisti ritroveranno ciò che è più importante per loro: l'amore famigliare. Minari è una storia insolita e delicata, intima, capace di emozionare e di far sorridere, che vede nella coppia nonna-nipote, il più grande il più piccolo del nucleo, il punto di interesse attorno al quale ruota la storia e che simbolicamente la rappresenta nel suo andamento. Minari è un film dolce e amaro che mostra la demistificazione del sogno americano, le aspirazioni, i sentimenti e le emozioni di una famiglia coreana emigrata negli Stati Uniti in cerca di fortuna. La prima sensazione che ho avuto era che fosse un reboot di Un affare di famiglia, poi passano i primi 10 minuti e il film cresce, ma non fa meglio di quel bellissimo film. Ecco, a mio avviso manca quel qualcosa in più che quel film aveva, ma comunque sia mi è piaciuto abbastanza. Minari infatti, sorprende ugualmente e in positivo per la sua leggerezza e sensibilità, non forzando niente per cercare di stupire. Si apprezza, inoltre, come è stata dettagliatamente rappresentata una famiglia emigrata (eccetto il piccolo David) con tutti i suoi problemi annessi, senza mai cadere nel melodrammatico. La regia è al servizio della storia, come lo sono le note del commento musicale. Quest'ultimo soprattutto ho apprezzato in particolar modo, bellissima è difatti la dolcissima colonna sonora originale. Bravi tutti gli attori: Yoon Yeo-jeong nella parte della nonnina fuori come un balcone ha vinto l'Oscar per la migliore interpretazione di non protagonista (l'unico a fronte delle 6 candidature), l'abbiamo già vista in The Housemaid (2010) e In Another Country (2012), Steven Yeun lo avevamo visto recitare la parte dell'amico ricco e viziato nel film Burning di Lee Chang-dong del 2018. La storia è proprio carina e lascia qualcosa al termine della visione, davvero un bel film. Voto: 7
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