Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/05/2021 Qui - La classificazione horror è un po' ingannevole, a meno che non s'intenda l'orrore del persistere nella nostra società di mali atavici come il razzismo. Su tutto ciò ruota questo strano film, una sorta di social-thriller con sfumature da fantascienza (ma neanche troppo), che mescola passato e presente. Il consiglio è di approcciarsi alla visione sapendo poco o nulla della trama, per lasciarsi sorprendere dagli eventi e dalla crescente tensione. L'abilità dei registi (Gerard Bush e Christopher Renz) è quella di fornire certezze per poi sistematicamente smontarle attraverso piccoli particolari. E quando si riesce a comprendere quanto sta accadendo si rimane affascinati da come sia stata strutturata l'opera. Al netto di certe incongruenze e di alcuni difetti (tipo quando eccede nell'enfasi di alcune sequenze), è un lavoro tosto e avvincente, che non disdegna di lanciare messaggi (feroci e allo stesso tempo inquietanti) e denunciare soprusi, di ieri e di oggi. Un thriller che ti entra dentro marchiandoti a fuoco. Buona prova di Janelle Monáe, e di tutti gli altri attori coinvolti. Voto: 6,5
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