Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2021 Qui - Buon esempio di cinema dal forte impegno civile, Just Mercy traendo le mosse da eventi reali (si basa sul libro di memorie pubblicato dallo stesso avvocato Bryan Stevenson, ancora oggi attivo ed impegnato a combattere le ingiustizie del sistema legale) riflette in maniera canonica sul concetto di "diritto", elemento imprescindibile per una società che si consideri in salute, lavorando dall'interno della corrotta macchina di giustizia e rovesciandone le consapevolezze attraverso un processo di implosione. Piuttosto netta e con poche sfumature la collocazione morale delle forze in gioco: i neri sono i buoni, i bianchi i cattivi. Questa rappresentazione netta e poco stratificata (probabilmente anche vera) addormenta un po' la capacità critica in favore di un sentimentalismo che ricerca l'effetto, indugiando sui volti contriti dei protagonisti. Senza guizzi la parte processuale, assente quella investigativa che poteva ricostruire il delitto. Cede alla retorica nella parte finale, ma era da mettere in preventivo, mi avrebbe stupito il contrario. Discreti Michael B. Jordan e Brie Larson (seppur quest'ultima è un po' in disparte rispetto agli altri), fantastici Jamie Foxx (in sottrazione) e Tim Blake Nelson nel ruolo del testimone chiave del processo. Un lavoro (assimilabile a Marcia per la libertà ma con una storia più potente) dall'impianto classico, un dramma per famiglie che tutto sommato va a segno. Da non perdere i titoli di coda, in cui appaiono i veri protagonisti di questa incredibile storia. Una storia che indigna, dalla sceneggiatura diretta che racconta fatto dopo fatto senza fronzoli, supportata da una regia classica (quella di Destin Daniel Cretton) che permette alle emozioni di farsi largo (però non troppo). Voto: 6,5
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