Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/05/2021 Qui - Arriva dal Brasile questo lungometraggio diretto da Vicente Amorim, un prodotto atipico per un regista qui alle prese per la prima volta con il cinema di genere. Un film che inizia lentamente tra silenzi prolungati e successive emozionanti scenografie naturali, che improvvisamente prende la piega del thriller, con la presenza di quattro inquietanti (mistiche) figure di motociclisti nero vestiti, con casco e muniti di machete che (senza ragione alcuna) prendono di mira i malcapitati ragazzi. Le sequenze sono dirette e montate ad arte, ambientate in paesaggi mozzafiato e con una fotografia "scialba", sapientemente usata per dare una dimensione onirica alla messa in scena. Le uccisioni crude e ben realizzate sono delle vere e proprie esecuzioni, tanto da far pensare che i protagonisti debbano pagare qualche grave scotto. Un ritmo frenetico, inseguimenti e montaggio serrato, fanno di Motorrad un'opera che intrattiene fino al finale. Non c'è da aspettarsi una storia profonda e intricata, dialoghi virtuosi e significati reconditi che possano essere compresi. Motorrad è uno slasher-action sofisticato e frenetico, un Duel (Spielberg 1971) su due ruote, che stupisce per la sua capacità di tenere incollati allo schermo con pochissimi elementi narrativi in ballo (presenze femminili lietamente comprese, Carla Salle, Juliana Lohmann). Per niente memorabile, non del tutto riuscito ma particolarmente interessante alla visione. Voto: 6
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