Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/05/2021 Qui - In un centro di ricerca alcuni studenti, aiutati da un professore e da un prete (Donald Pleasence e Victor Wong, attori feticci del regista), tentano di studiare un oggetto misterioso, non sapendo che è in ballo il destino dell'umanità. Prendendo a piene mani dagli stilemi dell'horror demoniaco (come in Rosemary's Baby si parla della nascita dell'Anticristo in un contesto inaspettato e come ne Il presagio il Vaticano risulta complice del suo occultamento) John Carpenter costruisce un film interessante e tutto sommato anche abbastanza originale: il gruppo di persone assediato in questo caso deve difendersi più dai pericoli interni che non dall'esterno e la vicenda, pur essendo tutta costruita in spazi piccoli, non abbandona mai quel non so che da fine del mondo. La tensione viene costruita sapientemente iniziando da pochi elementi che finiscono con l'esplodere rivelandosi fatali (l'esercito di barboni, la studentessa corrotta dal liquido, i sogni ricorrenti del team) e, come spesso accade con Carpenter, viene negato il lieto fine in favore di un dubbio terrificante: si lascia intendere che il sacrificio finale sia stato inutile (ed anzi controproducente), ma nel momento in cui Brian sta per toccare lo specchio partono i titoli di coda. Molto interessante anche il ribaltamento di ruolo del Vaticano: il cristianesimo si fonda sull'illusione di una salvezza che non ci sarà mai, atta a far dimenticare alla popolazione l'arrivo di un male illimitato, e la teologia cattolica ha costruito un intero sistema di tradizioni millenarie per depistare e nascondere con cura l'oggetto malefico (che sembra essere lovecraftianamente un manufatto alieno antichissimo). Però il meccanismo non è sempre perfettamente oliato, qualche lungaggine di troppo, attori (secondari in primis) non sempre all'altezza, colonna sonora meno memorabile del solito, visto il materiale di partenza, avrebbe potuto essere ancora migliore. Il signore del male (secondo capitolo di quella che il regista stesso definisce la propria "Trilogia dell'Apocalisse", preceduto dal ben più riuscito La cosa, e seguito dall'altrettanto ben più riuscito Il seme della follia) non mi è dispiaciuto dopotutto, ma speravo meglio. Voto: 6,5
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