Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2021 Qui - Il primo lungometraggio (seppur dalla durata non superiore ai 62 minuti) dopo il mediometraggio Panda! Go, Panda!, diretto da Isao Takahata all'inizio degli anni ottanta funziona egregiamente come tegola in testa per rendersi conto dell'appiattimento a cui sono stati sottoposti gli anime negli anni duemila. Il tratto risulta talmente unico e particolare che pare quasi di trovarsi di fronte a un lavoro di animazione europeo, piuttosto che tipicamente orientale. Stessa sensazione non suscita la storia invece (sceneggiata dallo stesso regista sulla base dell'omonimo racconto dello scrittore Kenji Miyazawa), gli animali che aiutano il violoncellista a migliorare nelle performance è invece pienamente in zona shintoismo. Il ritmo è piuttosto blando, sostanzialmente non succede nulla per tutto il film, il protagonista passa dall'atteggiamento belligerante nei confronti dei poveri animaletti che vengono a rompergli le scatole per invitarlo a suonare, a comprendere e capire perché lo stiano facendo e diventa un musicista di successo. Insomma, un classico. Isao Takahata dimostra nuovamente un buon talento (egli aumenta le proprie skill) e sensibilità verso tutte le creature, qualità che poi esploderanno al massimo nei suoi successivi lavori. Questo resta discreto, ancora sicuramente godibile e magari più adatto ai bambini, cresciuti e meno. Un'opera (che nella sua semplicità riesce comunque ad emozionare e coinvolgere) da consigliare a tutti gli amanti della musica, soprattutto se alla ricerca di un prodotto divertente e leggero. Voto: 6,5
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